La portò fin quasi alla morte, come gli aveva chiesto. La svuotò quasi completamente. Faceva male. Eno si abbandonò a quella sensazione. Poi, nella semi-incoscenza in cui era caduta, sentì delle braccia che la sollevavano. Venne distesa sulla pancia e i suoi polsi e le sue caviglie vennero legati. Legati e tirati, finché il suo corpo non fu teso come la pelle di un tamburo. Sentì la prima sferzata colpirla sulla schiena, bruciante. Il dolore invase ogni fibra del suo corpo ma, a differenza del solito, non svenì quasi immediatamente. Era semi-dissanguata. Era umana come non lo era stata in novecento anni. Debole. Vulnerabile. Hirad continuò a frustarla finché la sua schiena non fu un intreccio di striature sanguinolente, che quasi ricalcavano i vecchissimi segni che la segnavano da quan