Iniziò a muoversi, guardandolo negli occhi. Il Maestro sorrise leggermente. Mentre lei lo montava, si slacciò con calma il farsetto e si aprì la camicia. «Bevi da me, piccola padrona» le disse, un po’ ironico. Myra posò le labbra sul suo petto, cercando la vena succlavia che le aveva mostrato prima. La individuò e morse. Il sangue dell’altro le bruciò sulla lingua e sul palato, riempiendola di piacere. Si contrasse attorno a lui, affondando con più decisione sul suo membro. Quando sentì di essere vicina al piacere, smise di bere e gli porse il proprio seno. Il Maestro lo morse, stringendolo tra le mani come un frutto maturo. Uscendo dalla passività, iniziò a muoversi a sua volta, sollevandola a ogni affondo. Improvvisamente, fu come essere sopra a un cavallo ancora da domare. Myra si t