Myra annuì, anche se non aveva sete, aveva fame. Una fame spaventosa di sangue. Il Maestro batté le mani due volte e un servitore comparve accanto al letto. Era uno degli esseri umani muti che componevano il personale del castello. Questo, in particolare, Myra lo conosceva bene. Era uno degli uomini che avevano infierito su di lei quando era una candidata. «Ora ti mostrerò come nutrirti» le disse il Maestro «più tardi andremo a caccia. Tu, spogliati». Il servitore iniziò immediatamente a liberarsi della livrea. Myra ricordava le sue proporzioni perfette. Ricordava anche tutte le volte in cui quell’uomo senza voce l’aveva sodomizzata a sangue, l’aveva frustata o l’aveva punita in un altro modo. «Mh. Molto bene» disse il Maestro, sedendosi sul letto accanto a lei e accavallando le gambe.