11. Tre mesi più tardi. Mi svegliai sapendo che era il grande giorno. Mi svegliai con le mani sudate e un lieve mal di testa. Darien non c’era. La sera prima era così nervoso che si era rigirato nel letto per un paio d’ore, prima di alzarsi e rinunciare a dormire. Mi lavai e mi vestii. Pantaloni aderenti neri una delle sue camicie troppo larghe per me. Aveva scoperto che gli piaceva. Gli piaceva infilare una mano tra un bottone e l’altro e accarezzarmi le tette, per la precisione. Lo trovai in biblioteca, seduto a uno dei larghi tavoli. Si voltò verso di me e mi lanciò un sorriso incerto, un po’ dispiaciuto. C’era qualcosa... qualcosa mi faceva sempre più male, all’altezza dello stomaco. Più i giorni passavano più ero triste. Ma andava bene così. Sapevo che cos’era, più o meno. Avevo