Capitolo sesto

2388 Words

Capitolo sesto Il ragazzo rimase qualche istante sulla porta di casa. Dal prato l’umidità della notte si stava sciogliendo in un odore acidulo ma profumato d’erba. Da lì, da quell’eremo cittadino nel quale suo padre e sua madre lo avevano relegato sull’onda di una ormai dispersa e irrecuperabile civiltà contadina, il rumore della città era poco più che un brusio. Un ronzare leggero di api al lavoro. Maggio ricostruì nella mente l’immagine del commissario che si allontanava a passi decisi verso il belvedere della spianata, agile e sinuosa come la sagoma dei bunker nascosti a mezza costa a scrutare il profilo immutabile dell’orizzonte. Una gran bella donna, il commissario. Con quegli occhi castani chiari che ti scrutavano dentro, affilati e leggeri come la lama di un coltello. Con quegli s

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