16. Era ormai gennaio quando mi trovai a vomitare anche l’anima a colazione. Nonostante i camini accesi, le stanze del castello erano fredde e particolarmente buie a causa del cielo coperto. Fuori era tutto innevato. E io ero incinta. Ci arrivai quasi subito, più o meno alla seconda crisi. L’odore delle trote affumicate mi sembrava all’improvviso la cosa più orrenda del mondo e i sapori non erano più quelli di prima. In quanto al ciclo, era in ritardo di un paio di giorni, non di più. Mi sciacquai la bocca, mi tirai indietro i capelli e mi voltai verso Heraut, che mi stava guardando con espressione attenta, ma cauta. «Mi sa di sì, eh» sospirai. Heraut riprese a mangiare. «Felicitazioni». Irritata, mi pulii le mani e andai nella mia stanza per vestirmi. «Devo controllare come stanno