«Ah, mia cara, non è come Hartfield. Tu cerchi di adattartici... ma quando siete stati una settimana a Hartfield, tutti voi diventate degli esseri diversi; non avete più la stessa cera. Ora io non posso dire che nessuno di voi abbia una buona cera adesso.»
«Mi dispiace di sentirti dir questo, babbo; ma ti assicuro che a eccezione di quei piccoli mali di capo e palpitazioni nervose di cui non sono interamente libera in nessun posto, io sto proprio bene; e se i bambini erano un po’ pallidi prima d’andare a letto, era soltanto perché si sentivano un po’ più stanchi del solito per il loro viaggio e per la gioia di venire.
Spero che tu abbia a ricrederti domani sul loro aspetto; ché ti assicuro che Mr. Wingfield m’ha detto che non credeva d’averci mai visti partire così bene in salute. Almeno oso sperare che tu non pensi che Mr. Knightley abbia una brutta cera...» volgendo gli occhi con ansia affettuosa dalla parte di suo marito.
«Così così, mia cara; non posso farti i miei complimenti. Credo che Mr. John Knightley abbia tutt’altro che una buona cera.»
«Che c’è, signor mio? Mi avete rivolto la parola?» Esclamò Mr. John Knightley sentendo fare il suo nome.
«Mi spiace assai di sentire, amor mio, che mio padre non crede che tu abbia buona cera... ma spero che dipenda solo da un po’ di stanchezza. Avrei potuto desiderare, però, che tu avessi veduto Mr. Wingfield prima di partire da casa.»
«Mia cara Isabella,» esclamò egli in fretta, «ti prego di non darti pensiero della mia cera. Contentati di tenere nella bambagia te e i bambini e lasciami aver la cera che mi pare.»
«Non ho ben capito quel che stavate dicendo a vostro fratello,» interloquì Emma, «intorno al desiderio del vostro amico Mr. Graham che intenderebbe di far venire un fattore dalla Scozia per amministrare la sua nuova tenuta. Ma farà al caso? Non sarà troppo forte il vecchio pregiudizio?»
Ed essa parlò a questo modo così a lungo e con successo che quando fu obbligata a dar di nuovo la sua attenzione al padre e alla sorella, non ebbe da sentir nulla di peggio del cortese informarsi di Isabella intorno a Jane Fairfax; e, sebbene di solito non fosse troppo nelle sue grazie, in quel momento fu lietissima di aiutare a lodarla.
«Quella dolce, amabile Jane Fairfax!» Diceva Mrs. John Knightley. «È tanto che non l’ho veduta, eccetto di quando in quando un momento per caso in città! Che felicità dev’essere per la sua buona vecchia nonna e per la sua eccellente zia quand’essa viene a far loro visita! Mi rincresce sempre tanto per via della cara Emma che essa non possa stare di più a Highbury; ma ora che la loro figlia s’è sposata, suppongo che il colonnello e Mrs. Campbell non riusciranno a separarsi affatto da lei. Sarebbe una compagna così deliziosa per Emma!»
Mr. Woodhouse fu pienamente d’accordo, ma aggiunse:
«Tuttavia la nostra piccola amica Harriet Smith è proprio un’altra graziosa giovinetta del genere. Harriet ti piacerà. Emma non potrebbe avere compagna migliore di Harriet.»
«Son felicissima di sentirlo... solo che sappiamo che Jane Fairfax è così compita, una ragazza così superiore!... è esattamente dell’età di Emma.»
Questo tema fu discusso molto felicemente, e ne succedettero altri della stessa importanza, e passarono con simile armonia; ma la serata non si concluse senza un piccolo ritorno d’agitazione. Venne la pappa d’avena e offrì il destro a molti discorsi: molte lodi e molti commenti, inconfutabile asserzione della sua salubrità per ogni costituzione, e assai severe filippiche contro le molte case dove non la si trovava mai preparata in modo tollerabile; ma, sfortunatamente, tra gli esempi d’insuccesso citati dalla figlia, il più recente, e perciò il più cospicuo, fu quello della sua propria cuoca a South End, una giovane presa a servizio temporaneamente, che non era mai riuscita a capire che cosa Isabella intendesse per una scodella di buona pappa liscia d’avena, diluita, ma non troppo. Per quante volte la desiderasse e ordinasse, non era mai riuscita a ottenere nulla di tollerabile. Questo era un pericoloso spunto.
«Ah!» Fece Mr. Woodhouse scuotendo il capo e fissando gli occhi su di lei con tenera sollecitudine. Codesta esclamazione significava all’orecchio di Emma: «Ah! Non finiscon più le tristi conseguenze del tuo recarti a South End. Non se ne può neppur parlare.» E per un po’ di tempo essa sperò che egli non ne avrebbe parlato, e che una silenziosa ruminazione sarebbe stata sufficiente a restituirlo all’assaporamento della propria pappa liscia. Dopo qualche minuto d’intervallo, tuttavia, egli cominciò con:
«Mi dispiacerà sempre moltissimo che tu sia andata al mare quest’autunno, invece di venir qui.»
«Ma perché dovrebbe dispiacerti, babbo? Ti assicuro, ha fatto un gran bene ai bambini.»
«E poi, se dovevi andare al mare, sarebbe stato meglio che non fosse stato a South End. South End è un luogo insalubre. Perry rimase sorpreso che tu ti decidessi per South End.»
«So che molta gente la pensa così, ma davvero è proprio uno sbaglio, babbo. Noi tutti godemmo là una perfetta salute, c non esperimentammo il minimo inconveniente per via della melma; e Mr. Wingfield dice che è assolutamente sbagliato supporre che il luogo sia insalubre; e io son sicura che ci si può fidare di lui, poiché egli comprende a meraviglia la natura dell’aria, e suo fratello con la famiglia si è recato là a più riprese.»
«Dovevi andare a Cromer, mia cara, se proprio avevi da recarti al mare. Perry fu una volta per una settimana a Cromer, e lo considera il migliore di tutti i posti di bagni di mare. Bel mare aperto, dice, e aria purissima. E, a quel che intendo, là avresti potuto trovare un alloggio lontano dal mare, a un quarto di miglio, molto comodo. Avresti dovuto consultare Perry.»
«Ma caro babbo, pensa alla diversità del viaggio; considera soltanto quanto sarebbe stata grande. Cento miglia, forse, invece di quaranta.»
«Ah! Mia cara, come dice Perry, quando è in ballo la salute, si dovrebbe passar sopra a qualunque altra considerazione e se uno deve viaggiare, c’è poco da scegliere tra quaranta miglia e cento. Meglio non muoversi affatto, meglio rimanere a Londra che viaggiare per quaranta miglia per trovare un’aria più cattiva. Ecco né più né meno quanto ha detto Perry. A lui parve un provvedimento molto sconsigliato.»
I tentativi di Emma di fare star zitto suo padre erano stati vani; e quand’egli fu arrivato a questo punto, essa non poté meravigliarsi che il cognato scattasse:
«Mr. Perry,» diss’egli con una voce che denotava una fortissima contrarietà, «farebbe bene di tenersi per sé la sua opinione fin quando non gli viene richiesta. Perché crede che sia affar suo meravigliarsi di ciò che facciamo noi? Che io conduca la famiglia a una parte o a un’altra della costa? Spero che si vorrà concedere a me, non meno che a Mr. Perry, di usare il mio giudizio. Io non voglio le sue istruzioni come non voglio le sue medicine.» Fece una pausa, e raffreddandosi in un momento, aggiunse solo in tono secco e sarcastico: «Se Mr. Perry può dirmi come trasportare una moglie e cinque bambini alla distanza di centotrenta miglia senza maggiore spesa o scomodo che alla distanza di quaranta, sarò disposto a preferire con lui Cromer a South End.»
«Vero, vero,» esclamò Mr. Knightley pronto a interporsi, «verissimo. Codesta è davvero una considerazione da fare. Ma, John, circa quanto ti stavo dicendo della mia idea di spostare il sentiero di Langham, di volgerlo più a destra perché non tagli i prati intorno alla casa, non ci vedo nessuna difficoltà. Non ci proverei, se la cosa dovesse rappresentare un inconveniente per la gente di Highbury, ma se tu richiami alla mente con esattezza l’attuale percorso del sentiero... L’unico modo di dimostrarlo, tuttavia, sarà di ricorrere alle nostre carte. Spero di vederti domattina all’Abbazia, e allora studieremo le carte, e tu mi dirai la tua opinione.»
Mr. Woodhouse era piuttosto agitato per tali aspre critiche al suo amico Perry, al quale egli aveva di fatto, sebbene inconsciamente, attribuito molti dei suoi sentimenti e delle sue espressioni; ma le calmanti premure delle sue figlie a poco a poco allontanarono il male presente, e l’immediata vigilanza di uno dei due fratelli, e la migliore memoria dell’altro, impedirono che si ripetesse.
Capitolo XIII
Non ci poteva essere al mondo creatura più felice di Mrs. John Knightley durante questa breve visita a Hartfield: si recava circa ogni mattina dalle sue vecchie conoscenze coi suoi cinque bambini, e ogni sera chiacchierava col padre e con la sorella di ciò che aveva fatto. Non desiderava che nulla fosse diverso, se non che i giorni passassero meno rapidamente. Fu una visita incantevole; perfetta, per il fatto stesso della sua brevità.
Di solito le loro sere erano meno impegnate con gli amici delle loro mattine: ma un completo impegno per pranzo, e anche fuori di casa, non era possibile evitarlo, sebbene si fosse sotto le feste di Natale. Mr. Weston non ammetteva un rifiuto; dovevano tutti pranzare a Randalls un giorno; perfino Mr. Woodhouse venne persuaso a ritenerlo una cosa possibile a preferenza d’una scissione del loro gruppo.
Sul mezzo di trasporto egli avrebbe creato una difficoltà se gli fosse riuscito, ma siccome la carrozza e i cavalli del genero e della figlia si trovavano proprio a Hartfield, non gli fu possibile far di più di una semplice domanda su codesto punto; non era neanche un dubbio; né ci volle molto tempo a Emma per convincerlo che in una delle carrozze avrebbero potuto trovar posto anche per Harriet.
Harriet, Mr. Elton e Mr. Knightley, la loro speciale cerchia d’amici, furono le sole persone invitate a trovarsi con loro a quel pranzo; l’ora doveva essere non tarda, e il numero dei convitati ridotto; ché in ogni cosa si consultavano le abitudini e la disposizione di Mr. Woodhouse.
La sera prima di questo grande evento (poiché era un grande evento che Mr. Woodhouse dovesse pranzar fuori il ventiquattro di dicembre) Harriet l’aveva passata a Hartfield, e si era recata a casa così indisposta con un’infreddatura che, se non fosse stato suo vivo desiderio d’essere curata da Mrs. Goddard, Emma non avrebbe potuto permetterle d’uscire. Emma andò a trovarla il giorno dopo, e trovò che il suo destino era già segnato quanto a Randalls. Essa era assai febbricitante e aveva un brutto mal di gola: Mrs. Goddard era piena di premura e d’affetto, si parlò di Mr. Perry, e Harriet stessa era troppo malata e abbattuta per opporsi all’autorità che la escludeva da quel delizioso invito, sebbene essa non potesse parlare della sua perdita senza molte lacrime.
Emma rimase con lei per quanto poté per assisterla durante le inevitabili assenze di Mrs. Goddard, e per cercare di sollevarla facendole considerare quanto sarebbe rimasto male Mr. Elton quando avesse appreso il suo stato; e la lasciò alla fine abbastanza consolata, alla dolce riflessione che egli avrebbe trascorso una serata quanto mai sconsolata, e che tutti loro avrebbero sentito assai la mancanza di lei. Emma non s’era allontanata di molti passi dalla porta di Mrs. Goddard, quando s’imbatté proprio in Mr. Elton, che evidentemente veniva a quella volta, e mentre essi camminavano pian piano insieme conversando della malata - della quale egli, sentendo parlare d’una malattia di qualche entità, veniva a informarsi, per recare notizie di lei a Hartfield - furono raggiunti da Mr. John Knightley che tornava dalla sua visita quotidiana a Donwell, coi suoi due figli maggiori, le cui facce sane e rubiconde mostravano tutto il beneficio d’una corsa in campagna, e parevano assicurare che avrebbero spolverato in quattro e quattr’otto il montone arrostito e il budino di riso che facevan loro accelerare il passo verso casa.
I sopravvenuti si unirono ai due, e tutti proseguirono assieme. Emma stava appunto descrivendo la natura dell’indisposizione dell’amica: «una gola molto infiammata, un bel po’ di calore, un polso rapido e depresso, ecc., e le dispiaceva di sentire da Mrs. Goddard che Harriet aveva tendenza a forti mali di gola, e spesso l’aveva allarmata con essi». Mr. Elton sembrò molto agitato nella circostanza, mentre esclamava:
«Un mal di gola! Spero di natura non infettiva. Spero non si tratti d’un’infezione putrida. L’ha veduta Mr. Perry? Davvero dovreste aver riguardo per voi non meno che per la vostra amica. Lasciate ch’io vi preghi di non correre rischi. Perché non viene a vederla Mr. Perry?»
Emma, che non era affatto spaventata lei stessa, calmò quest’eccesso d’apprensione con delle parole rassicuranti sull’esperienza e la premura di Mrs. Goddard; ma siccome doveva rimanere un po’ d’inquietudine che essa non poteva desiderare d’allontanare con buone ragioni, che anzi avrebbe voluto piuttosto alimentare e secondare, aggiunse subito dopo, come se si trattasse di tutt’altro argomento: