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2002 Words
«Ventitré anni!... Davvero? Ebbene, non l’avrei immaginato; ed egli non aveva che due anni quando perse la sua povera mamma! Ah, il tempo fugge davvero... e la mia memoria è molto cattiva! In ogni modo era una lettera proprio buona e graziosa, e fece un gran piacere a Mr. e Mrs. Weston. Mi ricordo che era scritta da Weymouth e datata ventotto settembre, e cominciava: “Mia cara signora”, ma non mi ricordo come continuava ed era firmata “F. C. Weston Churchill”. Me lo ricordo perfettamente.» «Come amabile e appropriato da parte sua!» Esclamò la buona Mrs. John Knightley. «Non dubito affatto che non sia un giovanotto amabilissimo. Ma com’è triste che egli non viva a casa di suo padre! C’è qualcosa che proprio turba all’idea d’un figlio tolto ai suoi genitori e al suo ambiente naturale! Non so capacitarmi come Mr. Weston si sia potuto separare da lui. Rinunziare al proprio figlio! Davvero non riesco a pensar bene di uno che proponga a chiunque altro una cosa simile.» «Nessuno ha mai pensato bene dei Churchill, m’immagino,» osservò senza scomporsi Mr. John Knightley. «Ma non devi immaginare che Mr. Weston abbia sentito quel che sentiresti tu se dovessi rinunziare a Henry o a John. Mr. Weston è piuttosto un uomo d’indole facile e gaia che uno di forti sentimenti; prende il mondo come viene, e ne trae piacere in un modo o nell’altro facendo assegnamento, pei suoi comodi, più su quel che si chiama “società”, cioè sul potere di mangiare e di bere e di giocare a whist coi suoi vicini cinque volte la settimana che sull’affetto della famiglia, o su qualunque cosa offra la vita domestica.» A Emma non poteva piacere ciò che rasentava una critica a Mr. Weston, e stava per ribattervi; ma si contenne con uno sforzo, e lasciò correre. Voleva mantenere la pace per quanto possibile; e poi c’era qualcosa di decoroso e di prezioso nelle forti abitudini domestiche del cognato, nella completa sufficienza della casa per lui, da cui proveniva quella tendenza a guardare dall’alto in basso gli ordinari rapporti sociali, e coloro ai quali sembrano importanti. Sì, la cosa meritava la più ampia tolleranza. Capitolo XII Mr. Knightley doveva pranzare con loro, piuttosto contro l’inclinazione di Mr. Woodhouse, a cui non garbava che qualcuno dovesse aver parte con lui nel primo giorno di Isabella. Tuttavia il senso di giustizia di Emma aveva deciso ciò, ed oltre alla considerazione di quanto era dovuto a ciascuno dei due fratelli essa provò un piacere particolare, data la circostanza del recente screzio tra lei e Mr. Knightley, a procurargli l’invito che gli spettava. Essa sperava che adesso avrebbero rifatto amicizia. Pensava che era tempo di riconciliarsi. Anzi, non poteva parlarsi di riconciliazione. Lei certamente non era stata nel torto, e lui non avrebbe mai ammesso di esserlo stato. Non era davvero il caso di far concessioni; ma era l’ora di mostrare di dimenticare che essi avessero avuto un litigio; ed Emma sperava che avrebbe aiutato a restaurare l’amicizia la circostanza che quand’egli entrò nella stanza essa aveva con sé uno dei bimbi, la più piccina; una graziosa pargoletta di circa otto mesi, che ora faceva la sua prima visita a Hartfield, e che era felice di sentirsi sballottare tra le braccia della zia. E questa circostanza fu effettivamente d’aiuto; poiché sebbene Mr. Knightley cominciasse col muso lungo e con domande brevi, presto fu indotto a parlare di tutti loro nel modo solito, e a toglierle di braccio la bambina con tutta la familiarità del perfetto affiatamento. Emma sentì che erano di nuovo amici; e come questa convinzione fece sì che dapprima si sentisse molto soddisfatta, e poi un po’ impertinente, non poté trattenersi di dire, mentr’egli ammirava la bimba: «Che conforto, che la pensiamo allo stesso modo circa i nipoti e le nipotine! Quanto agli uomini e alle donne, le nostre opinioni talvolta sono molto differenti; ma riguardo a questi bambini, osservo che non siamo mai in disaccordo.» «Se voi foste altrettanto guidata dalla natura nella vostra stima degli uomini e delle donne, e così poco sotto l’influsso della fantasia e del capriccio nei vostri rapporti con essi, quanto lo siete allorché si tratta di questi bambini, potremmo sempre pensarla nello stesso modo.» «Già, i nostri dissensi debbon sempre sorgere perché io sono nel torto.» «Sì,» disse lui sorridendo, «e c’è una buona ragione. Io avevo sedici anni quando voi siete nata.» «Una differenza importante, allora,» rispose lei, «e senza dubbio voi mi eravate di molto superiore in giudizio in quel periodo delle nostre vite; ma il volgere di ventun anni non porta i nostri intelletti un bel po’ più vicino?» «Già... un bel po’ più vicino.» «Eppure non abbastanza vicino da darmi la possibilità d’avere ragione, se la pensiamo in modo diverso.» «Ho sempre su di voi il vantaggio di un’esperienza di sedici anni, nonché di non essere una donna giovane e graziosa e una figliola viziata. Via, cara Emma, siamo amici e non ne parliamo più. Di’ a tua zia, piccola Emma, che dovrebbe darti un esempio migliore che di rinnovare vecchi rancori, e che se non aveva torto prima, ce l’ha adesso.» «Verissimo,» esclamò lei, «verissimo. Emmuccia, diventa una donna migliore di tua zia. Sii infinitamente più brava e molto meno vanesia. Ora, Mr. Knightley, ancora una parola o due e ho terminato. Quanto a buone intenzioni, avevamo ragione entrambi, e io debbo dire che nessuna conseguenza dal mio punto di vista ha ancora dimostrato che io abbia avuto torto. Mi preme solo di sapere che Mr. Martin non ha avuto una troppo amara delusione.» «Un uomo non potrebbe essere deluso di più,» fu la sua breve e completa risposta. «Ah!... Davvero mi dispiace moltissimo. Via, diamoci la mano.» Questo era appena avvenuto e con grande cordialità, quando comparve John Knightley, e: «Come stai, George?» e «John, come va?» si succedettero alla genuina maniera inglese, nascondendo sotto una calma che pareva indifferenza, il reale affetto che avrebbe spinto ciascuno di loro due, se fosse stato necessario, a fare ogni cosa per il bene dell’altro. La serata fu tranquilla e dedicata alla conversazione, poiché Mr. Woodhouse rinunziò del tutto alle carte per chiacchierare a suo agio con la sua cara Isabella, e la piccola compagnia si divise naturalmente in due, da una parte lui e sua figlia, dall’altra i due fratelli Knightley; i loro temi erano del tutto diversi, o molto di rado commisti, ed Emma solo di tanto in tanto s’accostava a uno o all’altro gruppo. I fratelli parlarono dei loro interessi e delle loro occupazioni ma principalmente di quelle del maggiore, il cui carattere era di gran lunga il più comunicativo, e che sempre era il più gran parlatore. Come magistrato, aveva in genere qualche punto di legge su cui consultare John, o, almeno, qualche curioso aneddoto da raccontare; e come agricoltore, come amministratore della fattoria domestica di Donwell, egli aveva da riferire quale sarebbe stato il raccolto di ogni campo l’anno seguente, e da dare tutte quelle informazioni locali che non potevano non interessare un fratello di cui quella era stata pure la casa per la più gran parte della sua vita, e il cui senso d’attaccamento era forte. Il progetto d’un canale di scarico, il mutamento d’un recinto, il taglio d’un albero, e la destinazione d’ogni iugero a frumento, a rape, a grano marzolino, furono discussi da John con tanta partecipazione d’interesse quanta era resa possibile dalle sue maniere più riservate; e se il suo compiacente fratello gli lasciava mai qualche punto su cui rivolgere domande, queste domande acquistavano perfino una certa intensità di tono. Mentre essi erano così piacevolmente occupati, Mr. Woodhouse s’abbandonava con gioia al pieno fluire di felici rimpianti e di pavido affetto con la figlia. «Mia povera e cara Isabella,» diceva, prendendole teneramente la mano, interrompendo, per qualche momento, il diligente lavoro di lei per qualcuno dei cinque bimbi, «quanto tempo è trascorso, che tempo spaventosamente lungo, da quando sei stata qui l’ultima volta! E come devi essere stanca dopo il tua viaggio! Devi andare a letto presto, mia cara... e ti raccomando un po’ di pappa diluita d’avena prima di coricarti. Io e te prenderemo una buona scodella di pappa insieme... Mia cara Emma, ti piacerebbe se tutti prendessimo un po’ di pappa d’avena?» A Emma non poteva piacere una cosa simile, poiché sapeva che entrambi i fratelli Knightley erano irremovibili quanto lei stessa su quel punto; sicché furono ordinate solo due scodelle. Dopo aver speso un altro po’ di parole in lode della pappa d’avena, ed aver espresso la sua meraviglia perché ognuno non ne prendeva ogni sera, egli proseguì con un’aria di grave riflessione: «È stata proprio una seccatura, mia cara, che tu abbia dovuto passare l’autunno a South End invece di venir qui. Io non ho mai avuto molta opinione dell’aria di mare.» «Mr. Wingfield la raccomandò molto calorosamente, babbo altrimenti non ci saremmo andati. La raccomandò per tutti i bambini, ma specialmente per la debolezza di gola della piccola Bella; aria di mare e bagni.» «Ah, mia cara, ma Perry aveva molti dubbi che il mare le potesse far del bene; e quanto a me, è un bel po’ che io sono perfettamente convinto, benché non te lo abbia forse mai detto prima, che molto di rado il mare giova a qualcuno. Son sicuro che quasi ammazzò me.» «Via, via,» esclamò Emma, sentendo che questo era un argomento scabroso, «debbo pregarvi di non parlare del mare. Mi rende invidiosa e infelice... io non l’ho mai visto, il mare! South End è proibito, capisci? Mia cara Isabella, non ti ho ancora sentito fare una sola domanda intorno a Mr. Perry; e lui non ti dimentica mai.» «Oh, il buon Mr. Perry... come sta, babbo?» «Oh, abbastanza bene; ma non proprio bene. Il povero Perry è fegatoso, e non ha tempo di curare se stesso. Mi dice che non ha tempo di curare se stesso... Ciò è triste! Ma sempre lo vogliono tutt’intorno nei paesi vicini. M’immagino che non ci sia in nessun posto un uomo con tanta clientela. Ma neanche c’è in nessun posto un uomo così bravo.» «E Mrs. Perry e i bambini come stanno? I bambini crescono? Ho molta considerazione per Mr. Perry. Spero che faccia presto una visita. Sarà così contento di vedere i miei piccoli.» «Spero che venga qui domani, perché ho una domanda o due di qualche importanza da fargli su di me. E, cara, quando viene, faresti bene a mostrargli la gola della piccola Bella.» «Oh, caro babbo, la sua gola è così migliorata che non mi sento più preoccupata al riguardo. O i bagni le hanno giovato moltissimo, o si deve attribuire a un’eccellente frizione di Mr. Wingfield, che ho applicato di tanto in tanto da agosto in qua.» «Non è molto probabile, mia cara, che i bagni possano averle giovato... e se avessi saputo che avevi bisogno d’una frizione, ne avrei parlato a...» «Mi sembra che tu ti sia dimenticata di Mrs. e Miss Bates,» disse Emma, «non ti ho ancora sentita chieder di loro.» «Oh, quelle buone Bates... proprio mi vergogno... ma tu le ricordi in quasi tutte le lettere. Spero che stiano bene. La buona vecchia Mrs. Bates... domani andrò a farle visita, e ci porterò i bambini. Son sempre così liete di vedere i miei bambini... E quell’eccellente Miss Bates! Che gente come si deve! Come stanno, babbo?» «Eh, abbastanza bene, mia cara, in complesso. Ma la povera Mrs. Bates ebbe un brutto raffreddore circa un mese fa.» «Quanto mi dispiace! Ma non ci sono mai stati tanti raffreddori come quest’autunno. Mr. Wingfield m’ha detto che non gli è mai capitato di vederli più diffusi o gravi, eccetto quando si è trattato di vera e propria influenza.» «E tale è stato più o meno il caso, mia cara; ma non fino al grado che tu dici. Perry dice che i raffreddori sono stati molto diffusi, ma non così gravi come li ha visti assai spesso in novembre. Perry non la definisce del tutto una stagione di cattiva salute.» «No, non credo che Mr. Wingfield la consideri di molto cattiva salute, eccetto...» «Ah, mia povera figlia cara, la verità è che a Londra è sempre stagione di salute cattiva. Nessuno gode buona salute a Londra, nessuno può goderne. È una cosa terribile che tu sia forzata a vivere là... così lontana!... E in un’aria tanto cattiva!» «Ma no davvero... non stiamo affatto in un’aria cattiva. La nostra parte di Londra è tanto superiore a quasi tutte le altre! Non devi mica confonderci con Londra in genere, caro babbo. I paraggi di Brunswick Square son molto diversi da quasi tutto il resto. C’è tant’aria! Non mi piacerebbe, lo confesso, di vivere in qualunque altra parte della città; non ce n’è un’altra dove sarei contenta di tenere i miei bambini: ma la nostra è tanto ariosa! Mr. Wingfield crede i paraggi di Brunswick Square decisamente i più favorevoli quanto ad aria.»
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