5. Non so in che modo le cose iniziarono ad andare male. Lo fecero velocemente e in parte fu colpa mia. Il consiglio deliberò a favore degli esami, come tutti avevano previsto, e io, Adrian e Harry dovemmo presentarci in un laboratorio privato dopo l’orario di chiusura. Non si trattava del classico centro-analisi con la saletta per i prelievi, la TAC e così via. Era un vero laboratorio scientifico e mi fu detto che apparteneva a una casa farmaceutica. Come fossero riusciti ad accedervi non lo sapevo. La dottoressa Carthright ci fece accomodare in un corridoio, in un ambiente più funzionale che elegante. Era insieme a un vampiro dall’aspetto così drammaticamente giovane che non lo avresti mai ritenuto un esperto di qualcosa. «Ha quasi trecento anni» mi sussurrò Adrian. «Un figlio dell’