Ottenni un gemito di dolore e mi bloccai. «Non puoi farmi male davvero, con quei dentini smussati» mi rassicurò lui. Piantai quei “dentini smussati” sul lato del suo cazzo, facendolo urlare di dolore. «Okay, forse puoi» ammise lui. «Continua». Continuai. Lo morsicai ancora e ancora, finché quel maleducato... non mi venne in faccia. Mi ripulii, ridendo. «Ma sul serio?». «Sul serio» confermò lui, con il respiro un po’ accelerato. «Picchiami. Stanotte mi è presa così. Usa la frusta». Andai a prendere il bauletto in cui teneva i suoi giocattoli preferiti. Quando era dell’umore giusto, li usava su di me. Mai troppo forte, a dire il vero, dato che il gusto del dolore era più suo che mio. Presi una piccola frusta frangiata, che ero sicura di saper usare. «Mh... da dove cominciamo? Voltati