– Simona Pastor – contraccambiò sorridente.
– Perché non si siede? – le domandai.
Simona accettò di buon grado. Distinse con facilità la cortesia del cliente da una viscida tecnica di abbordaggio.
– È sempre così qui la sera?– domandai alludendo ad una tavolata di francesi impegnata nel tragico rito delle foto di gruppo.
Simona guardò divertita.
– Anche peggio – rispose.
– Stia tranquilla, a fine serata non le chiederò la foto ricordo – la tranquillizzai.
– Che cosa la porta da queste parti signor Fiorentini?
– Sto scrivendo un articolo per il “Corriere della Sera” – risposi lasciando cadere lo sguardo nei riflessi color rubino del bicchiere di vino. Temetti che il mio naso aquilino si allungasse ulteriormente. La conversazione rischiava di diventare surreale come la pittura di Sal
