Capitolo diciassettesimo I Partimmo da Triora accompagnati da un sole che si annunciava rovente. Eleonora dopo pochi chilometri si addormentò. Non avevo la radio a tenerci compagnia. Mi accontentai di quella dei miei pensieri che erano pochi e ossessivi: il pietrificatore triorese, Silvia, e lasciare Sanremo il prima possibile. Iniziavo a sentirmi come un disco rotto che suonava sempre e solo lo stesso pezzo. Pur rendendomene conto perseveravo. Non ebbi tempo di rinsavire che fummo presto all’ombra della capitale del pesto e della taccagneria. Vi ero stato l’ultima volta per periziare una modesta collezione di macchiaioli, tra cui spiccava un Raffaello Sernesi di dubbia autenticità. La cosa più significativa della giornata era stata l’orrida dentatura del collezionista. Forse con la ven