4. L’unica cosa positiva di avere un attacco di panico è che poi dormi come un sasso per ore. Un attacco di panico “grosso” come quello che avevo avuto, unito alle pillole che avevo preso, mi mandava k.o. per dodici ore. Quello che mi svegliò, in quel caso specifico, fu la sveglia del cellulare di Asher. Strizzai gli occhi e lo osservai mentre si allungava per far tacere la marcia di Radetzky. Che io vedessi, aveva addosso una maglia a maniche lunghe. Cioè, non era nudo. A quel punto mi tornò in mente la mia nottata in ogni imbarazzante particolare. «Che ore sono?» biascicai. Asher si voltò dalla mia parte. «Buongiorno. La prima sveglia non l’hai nemmeno sentita. Ora sono le dieci». Mi strofinai un occhio. Ero ancora tutta vestita e stavo schiantando di caldo. Abbassai il piumino leg