2. Risveglio, ciak due. Mi stiracchiai e scontrai un polpaccio di Kael. Lui emise un suono infastidito e si rivoltò, portandosi dietro buona parte delle coperte e finendomi addosso. Socchiuse gli occhi. «Oh, scusa» borbottò. Cercò di districarsi dalle lenzuola, facendo un casino. «Stai fermo» risi io. Tirai le coperte dal mio lato e poi scesi dal letto per tirare anche dal suo. Mi rituffai nel letto nella metà opposta. Kael seguì tutta l’operazione con sguardo divertito, con una guancia affondata nel cuscino. Si grattò la testa. «Sei ancora nuda, eh?» chiese. Sbattei le palpebre. «Già. Non pensavo che il tuo senso della decenza ne soffrisse, visti... i trascorsi». «No, no. Non ne soffre. Sei bella da pazzi». Sbuffai. «Sì, immagino. Il mattino è il mio momento peggiore. Adesso non s