4. Il cielo era di un blu profondo, solcato da nubi sottili e lontane, bianchissime. Il sentiero che stavamo percorrendo era di terra battuta e rossastra, come rossastre erano le pareti del canyon. La pista saliva fino al dorso di un valico, per poi curvare e scomparire alla vista. Zenith camminava in silenzio davanti a me, addosso i pantaloni azzurri di stoffa leggera e nient’altro. I suoi piedi scalzi non producevano alcun rumore sulla terra battuta. Io gli tenevo dietro con il fiato grosso, grondante di sudore. Il calore del primo pomeriggio era intenso, ma mi aveva spiegato che se fossimo partiti più tardi non saremmo riusciti a tornare in tempo. «Tra poco c’è una cascata» disse, voltandosi appena. Annuii, troppo accaldata per parlare. Raggiungemmo il passo e davanti a noi si apr