2. Erano due grosse uova dal guscio bianco picchiettato di nero. Potevano essere alte una trentina di centimetri, mentre nel punto più largo dovevano misurare una ventina di diametro, forse meno. Serna emise delle grida di gioia, avvicinandosi al tavolo su cui Zenith le aveva delicatamente deposte. Arrivò anche mio padre, che guardò la scena stupito. «Sono... sono i suoi figli?» chiese, forse inutilmente. Serna le aveva prese tra le braccia e stava parlando fitto con suo fratello. Lui scuoteva la testa e inarcava le sopracciglia, lei insisteva. Alla fine lui sospirò e annuì. Si voltò verso mio padre. «Sì, Eot. I suoi figli. Manca ancora qualche giorno alla schiusa e ora...» sospirò di nuovo «...ci daremo il cambio per covarle. Io e le mie sorelle, è ovvio. Non dovete preoccuparvi». M