La colonia polare Una scossa piuttosto brusca, seguita da un tintinnio di campanelli elettrici e da un vociare piuttosto acuto, svegliò l’indomani mattina i viaggiatori, facendoli scendere precipitosamente dalle loro comode brande. Il carrozzone, dopo una corsa velocissima durata tutta la notte, era giunto alla stazione ferroviaria del polo nord, e s’era fermato sotto una lunghissima tettoia di legno, chiusa alle estremità da gigantesche portiere a vetro e illuminata da un gran numero di lampade elettriche. Parecchie persone, assai barbute, avvolte in pelli d’orso bianco, si erano raccolte intorno al tramvai parlando diverse lingue: spagnolo, russo, inglese, tedesco e perfino italiano. Quasi tutti fumavano enormi pipe di porcellana, gettando in aria delle vere nuvole di fumo. — Siamo