CAPITOLO QUATTRO
I Dearborne vivevano in una casetta pittoresca a Somerville. Avery lesse le informazioni che le erano state inviate per messaggio e per email mentre Ramirez guidava. Patty Dearborne era stata un’ottima studentessa, all’ultimo anno della BU con l’intenzione di diventare una terapeuta in una azienda di salute comportamentale. Sua madre, Wendy, era un’infermiera del reparto traumatologico che lavorava a turno in due diversi ospedali locali. Il padre di Patty, Richard, era un manager di sviluppo d’impresa in una grande compagnia di telecomunicazioni. Erano una famiglia facoltosa senza alcuna macchia nelle loro fedine.
E Avery stava per annunciar loro che la figlia era morta. Non solo morta, ma che era stata abbandonata in un fiume ghiacciato completamente nuda.
“Dunque,” esordì Ramirez mentre girava per le stradine rustiche dei quartieri di Somerville. “Hai intenzione di accettare la promozione a sergente?”
“Ancora non lo so,” rispose lei.
“Qualche idea?”
Lei ci rifletté un momento e poi scosse la testa. “Non voglio parlare di questo, adesso. Mi sembra poco importante rispetto a quello che stiamo per fare.”
“Ehi, ti sei offerta tu volontaria,” sottolineò il partner.
“Lo so,” disse, ancora incerta del motivo. Sì, era vero che sarebbe stato utile per ottenere dei buoni indizi, ma sentiva che c’era dell’altro. Patty Dearborne era stata solo tre anni più grande di Rose. Era fin troppo facile vedere il volto della figlia su quel corpo gelato. Per qualche strana ragione la spingeva a voler dare lei la notizia alla famiglia. Forse era un impulso materno, ma sentiva di doverlo ai genitori.
“Allora lascia che ti faccia una domanda,” continuò lui. “Perché sei così certa che non si tratti di un caso isolato? Magari un ex ragazzo che ha perso la testa. Forse troveremo solo questo corpo e nessun altro.”
Lei fece un breve ghigno perché sapeva che non stava discutendo con lei. Non esattamente. Aveva notato che gli piaceva esaminare i suoi meccanismi mentali. Il rifiuto delle sue teorie era solo un modo per caricarla.
“Perché in base a ciò che sappiamo del corpo, quest’uomo è stato accurato e meticoloso. Un ex ragazzo infuriato non sarebbe stato tanto attento a non lasciare lividi. Le unghie delle mani e dei piedi sono l’autentico campanello d’allarme per me. Qualcuno si è preso il proprio tempo per fargliele. Spero che i genitori riusciranno a spiegarci che genere di donna era Patty. Se sapessimo di più su di lei, capiremmo esattamente quanta cura del corpo le è stata dedicata da chi lo ha abbandonato.”
“A questo proposito,” disse Ramirez, indicando davanti a loro. “Eccoci qui. Sei pronta?”
Lei fece un lungo sospiro tremante. Normalmente amava il suo lavoro ma quella era l’unica parte che detestava. “Sì, andiamo,” disse,
Prima che Ramirez avesse il tempo di dire un’altra parola, Avery aprì la porta e uscì.
Era pronta.
***
Avery sapeva che ogni persona rispondeva al dolore in maniera diversa. Fu per quello che non rimase sorpresa quando, quindici minuti dopo, trovò Wendy Dearborne praticamente in stato di shock mentre Richard Dearborne era in preda alla frenesia e al panico. A un certo punto temette che l’uomo sarebbe diventato violento, dopo che ebbe colpito un vaso sul tavolo della cucina mandandolo in pezzi sul pavimento.
Il peso della notizia gravava sulla stanza. Avery e Ramirez erano rimasti quieti, parlando solo per rispondere alle domande. Nel silenzio, Avery vide due foto di Patty nel soggiorno; una era sulla mensola sopra il camino e l’altra era una tela appesa al muro più distante del soggiorno. I sospetti di Avery erano stati giusti. La ragazza era stata assolutamente splendida.
In quel momento Wendy e Richard erano entrambi seduti sul divano del soggiorno. Wendy aveva ripreso un labile controllo di sé e di tanto in tanto emetteva qualche singhiozzo disperato, appoggiata alla spalla di Richard.
Con le lacrime che gli rigavano il volto, Richard guardò Avery. “Possiamo vederla? Quando possiamo vederla?”
“Adesso la Scientifica sta cercando di determinare cosa possa esserle accaduto. Come potete immaginare, l’acqua fredda e le temperature rigide rendono più difficile trovare indizi o prove. Nel frattempo, avrei alcune domande da farvi che potrebbero aiutarci a trovare delle risposte.”
Entrambi avevano sul volto espressioni confuse e che esprimevamo l’orrore più assoluto, ma era chiaro che Wendy non sarebbe stata di nessun aiuto. Era ammutolita dallo shock, e ogni tanto alzava lo sguardo sulla stanza come per controllare dove si trovasse.
“Ovviamente, qualsiasi domanda abbiate,” dichiarò Richard. Avery pensò che in fondo quell’uomo fosse un duro, e forse stava cercando di trovare lui stesso delle risposte.
“So che sembrerà una domanda strana,” esordì Avery. “Ma Patty era il tipo di ragazza a cui piaceva prendersi particolare cura di sé, delle sue unghie, o cose del genere?”
Richard emise un gemito e scosse la testa. Riprese a piangere ma almeno fu in grado di formare delle parole mentre singhiozzava per prendere fiato. “Niente affatto. A dir la verità era un po’ un maschiaccio. Normalmente sarebbe stato più facile trovarla con le unghie sporche che con lo smalto. Di tanto in tanto si faceva bella, ma solo per le occasioni speciali. A volte prestava molta attenzione ai suoi capelli, ma non è—non era—una ragazza molto femminile, capisce?”
Correggersi su quell’era sembrò rompere qualcosa dentro Richard Dearborne. Avery nascose il proprio sussulto quando anche il suo cuore si spezzò per lui. Bastò per farle decidere di soprassedere sulla domanda seguente che aveva in agenda, una domanda sulla frequenza con cui Patty si depilava le gambe. Avery pensò che presumibilmente, se era un maschiaccio a cui importava poco delle sue unghie, non doveva essere stata costante nella depilazione delle gambe. Non era necessario domandarlo a un uomo che aveva appena perso la figlia.
“Sa se avesse qualche nemico? Qualcuno con cui abbia avuto dei problemi?”
Gli servì un istante per assorbire la domanda. Quando alla fine la comprese, la scintilla di rabbia che aveva notato in precedenza tornò negli occhi di Richard Dearborne. Si alzò dal divano ma rimase bloccato dove era dalla stretta della moglie sul suo polso.
“Quel figlio di puttana,” sibilò Richard. “Sì. Oh, sì, mi viene in mente qualcuno e ci scommetto qualsiasi cosa che… Oh, Dio…”
“Signor Dearborne?” chiese Ramirez. Si era alzato lentamente in piedi, forse anticipando uno scatto d’ira da parte dell’uomo.
“Allen Haggerty. Era un fidanzato dei tempi del liceo che non si voleva arrendere dopo che le cose erano finite, due anni dopo l’inizio del college.”
“Ha causato dei problemi?” domandò Ramirez.
“Sì. Tanto che Patty ha dovuto chiedere un’ordinanza restrittiva contro di lui. L’aspettava alla fine delle lezioni. La cosa è peggiorata al punto che Patty è venuta a vivere qui nell’ultimo anno perché non si sentiva sicura al dormitorio.”
“È mai diventato violento?” chiese Avery.
“Se lo ha fatto, Patty non ha mai detto niente. So che ha cercato di toccarla, baci e abbracci e cose così. Ma non ha mai detto che ha cercato di colpirla.”
“Il biglietto…”
La voce di Wendy Dearborne era così lieve da somigliare a un refolo di vento. Ancora non aveva guardato Avery o Ramirez. Il suo sguardo era basso, la bocca socchiusa.
“Che biglietto?” chiese Avery.
“Un biglietto che Patty non ci ha mai mostrato ma che abbiamo trovato nelle sue tasche facendo la lavatrice mentre viveva qui,” disse Richard. “Quel verme ha lasciato un biglietto attaccato alla sua porta del dormitorio. Lei non l’ha mai detto, ma pensiamo che sia stato quello a farle decidere a trasferirsi di nuovo qui. Non me lo ricordo parola per parola ma descriveva come aveva pensato di uccidersi perché non poteva averla, ma che a volte era anche arrabbiato. C’erano delle cose violente del tipo che se non poteva averla lui non l’avrebbe avuta nessuno.“
“Avete ancora il biglietto?” domandò Avery.
“No. Dopo che ne abbiamo parlato con Patty, lo ha gettato via.”
“Per quanto tempo è rimasta qui?” volle sapere Avery.
“Fino all’estate scorsa,” rispose Richard. “Poi ha detto che si era stancata di vivere nella paura. Abbiamo deciso che se fosse successo qualcos’altro con Allen, avremmo coinvolto subito la polizia. E ora… ora questo…”
Un pesante silenzio cadde nella stanza, fino a quando l’uomo alzò lo sguardo su di loro. Avery percepì tutta la rabbia e il dolore del padre in quello sguardo.
“So che è stato lui,” affermò.