Capitolo 1-2

583 Words
Palazzo di Nali: Camere sotterranee “Tienila rinchiusa. Che nessuno si avvicini a lei, tranne i gargoyle. Vedi se Denae può fare qualcosa per alleviare le sue sofferenze,” ordinò Nali mentre usciva dalla camera di contenimento ad alta sicurezza. “Sì, imperatrice,” rispose Di. Nali guardò attraverso la spessa finestrella di diamante. La stanza era stata rinforzata e sigillata in modo che l’alieno non potesse fuggire. Posò la mano aperta sulla porta d’acciaio spessa più di trenta centimetri mentre osservava la cerva di mare sofferente nell’acquario. Due gargoyle sorvegliavano la femmina. “Imperatrice, c’è qualcosa che posso fare?” chiese il suo vecchio guardiano. Nali scosse la testa. “No, Pai. Devo farlo da sola,” mormorò. L’ippogrifo scosse la testa e schioccò il becco. Lei lo guardò e sorrise di fronte alla sua palese disapprovazione. “I vostri genitori…” esordì la creatura prima di chiudere nuovamente il becco di scatto. “… avrebbero insistito affinché tu mi accompagnassi. Comprendo la tua preoccupazione, Pai, ma i genitori non hanno mai dovuto affrontare una cosa del genere,” disse lei, guardando nuovamente attraverso la finestrella. “L’alieno dentro di lei la sta torturando.” Pai si avvicinò, i lunghi artigli delle zampe anteriori che ticchettavano sul lucido pavimento di pietra. Nali sollevò la mano e gli accarezzò delicatamente le piume lungo il collo. Pai era stato il suo guardiano per tutta la sua vita e lei apprezzava i numerosi anni di amicizia e lealtà incrollabile che le aveva dedicato. “Potrei supervisionare l’esecuzione della cerva di mare. Farei in modo che non soffra,” si offrì Pai. “Sarebbe un atto di pietà.” Lei scosse la testa. “Non ancora. Forse Denae riuscirà a estrarre l’alieno da quella povera creatura senza ucciderla,” mormorò. Nali tornò sui suoi passi fino ai livelli superiori del palazzo. Pai la seguì. Soldati gargoyle scattarono sull’attenti al suo passaggio. Lei rivolse un cenno di saluto a ognuno di loro, sebbene fosse concentrata sul problema corrente. “Nali, se c’è un altro alieno, è meglio che io vi aiuti a cercarlo. Avete bisogno della mia vista superiore,” blandì Pai. Nali ridacchiò e sospirò. “Non vuoi proprio saperne di lasciar perdere, vero?” domandò, fermandosi e voltandosi verso di lui. Pai inclinò la testa come se stesse riflettendo sulla domanda prima di scuoterla. “No,” rispose scherzosamente. L’espressione di Nali si intenerì quando vide l’ansia che l’ippogrifo non si curò di nascondere. Notò anche che le piume di Pai erano ingrigite e che zoppicava leggermente. Le sue capacità sarebbero state utili, ma lei era preoccupata per la sua salute. Non era più l’ippogrifo giovane e arzillo di un secolo prima. “Sai cosa può fare l’alieno. Hai visto che cosa accade se penetra nel tuo corpo. Non sappiamo ancora esattamente come fa. Spero che Denae riuscirà a dircelo. E sai anche che non godresti della stessa protezione di cui godo io, Pai,” ammonì Nali, già sapendo che avrebbe ceduto al desiderio di Pai di accompagnarla. “E cosa succederebbe se la creatura vi cogliesse alla sprovvista prima che possiate trasformarvi? Chi vi proteggerebbe?” chiese l’ippogrifo. “Tu, naturalmente! Credi davvero che non mi accorga quando mi segui – anche violando i miei ordini?” rispose gesticolando lei. Pai ridacchiò. “Mi sa che sto perdendo gli artigli,” rispose invece. “Da dove cominciamo?” chiese. “Dal luogo in cui si è spiaggiata la cerva di mare,” ordinò lei.
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