9. Trovai il SUV di K parcheggiato davanti a casa mia, quando scesi dal taxi. Ovviamente K si era guardato bene dall’accompagnarmi davvero. Erano quasi le dieci del mattino e Joel dormicchiava con la testa sullo schienale. Bussai al vetro. Lui sorrise e abbassò il finestrino. «Ciao». «Ciao. Che cosa ci fai qua?». Un sorriso sorto. «Faccio irritare un altro po’ Mayer, probabilmente». Sorrisi anch’io. «Figurati. Non mi ha mica accompagnata. Be’, che cosa vuoi fare? Entri?». «Se ti fa piacere». «È ovvio». E trovarmelo lì, davanti a casa, mi aveva fatto piacere sul serio. Era stato un segno di interesse a cui non ero più abituata. Entrammo. Joel si guardò attorno con vaga curiosità, prima di riportare l’attenzione su di me. «Ci ho riflettuto a mente lucida. Mi sono comportato com