7. Alla luce del sole Joel faceva paura come di notte. Ma a me continuava a piacere, anzi, mi piaceva sempre di più. Dato che K mi aveva anche gentilmente mollata prima che venissi, quando lo salutai con un bacio su una guancia mi sentivo piuttosto frustrata sessualmente. «Che buon odore. Hai dormito?» gli chiesi. «Quale buon odore?». Sorrisi. «Il tuo, no?». Sbuffò. «Sei tremenda. Comunque ho dormicchiato un po’, sono abituato alle lunghe attese. Ti porto a casa?». Chiamai io l’ascensore. «Se andassimo a fare colazione? Potremmo andare in qualche tavola calda nei dintorni». «Tavole calde nell’Upper East Side? Molto probabile. Ma posso portarti nel mio diner preferito, a Manhattanville». Gli rivolsi un sorriso smagliante. «Facciamolo!». Fuori era una giornata di sole, ancora un p