Il suo bacio cambiò. Sì, gli avevo mostrato quello che volevo e avevo preso l’iniziativa, ma lasciai che fosse lui a condurre le danze. Mi piaceva che fosse lui a comandare. O era ridicolmente abile – una cosa a cui non volevo pensare troppo a fondo – o il marchio faceva sì che ci trovassimo naturalmente in sintonia. Sapeva come baciarmi, come intrecciare la sua lingua con la mia. Come toccarmi. E molto presto, oh Dio, come doveva scoparmi. Avevo le caviglie ancora incrociate dietro la sua schiena. Lui si teneva sollevato su un avambraccio, mentre la sua mano libera vagava su di me, sul mio collo e sul mio fianco. Poi disse: “Hai troppi vestiti addosso.” Subito poggiai i piedi sul letto. “Prima tu,” gli dissi. Sollevò un sopracciglio, restò in silenzio, si sfilò la maglia corazzata e l