7. «Quindi, dopo tutto, non ci sei finita a letto insieme». Appoggiato tranquillamente alla sua macchina, con le braccia conserte, c’era Warad-Sin. Emma era uscita dalla casa di Valdes con la mente piena di pensieri confusi, di paure, angoscia e imbarazzo, ma vederlo lì, con un sorrisetto sarcastico in faccia, spazzò via ogni altra emozione e la riempì di rabbia. «Tu! Stronzo infame!» ringhiò. Gli si scagliò contro come una pazza, intenzionata a picchiarlo. No, anzi, intenzionata a massacrarlo di botte, perché la sua furia non aveva il minimo senso della realtà. Warad-Sin la afferrò per i polsi prima che lei riuscisse anche solo a sfiorarlo, le mani ferme come fossero fatte di cemento. Emma si divincolò. «Lasciami, bastardo!» Lui non perse la calma. «Ti lascio appena smetti di strilla