3. Hudson la chiamò il mattino dopo. Emma non aveva dormito. Era rimasta tutta la notte a leggere descrizioni tratte dalla mitologia in internet e a fare una lista di testi più seri, veri trattati accademici, da comprare o da andare a consultare alla British Library. Di lì a un’ora doveva essere al lavoro alla BBC, ma per fortuna la Broadcasting House non era troppo lontana, se non ti scocciava prendere la metro. A Emma non scocciava. «Senti, so di aver perso le staffe. Ho detto cose... che non pensavo. Possiamo vederci? Parlarne?». Emma avrebbe preferito avere più tempo per riflettere, ma non voleva sembrare irragionevole. Nel profondo, nutriva la speranza che Hudson potesse capire e potesse aiutarla. Non era sicura di potergli spiegare che cos’era successo – non l’aveva ancora capito