Stiamo viaggiando da oltre un’ora in silenzio. Guardo fuori dal finestrino ma non capisco dove stiamo andando. Non riconosco il posto. Adesso inizio a preoccuparmi.
Dove mi stà portando? Rabbrividisco al ricordo delle sue ultime parole... Cosa vuole farmi ?
La macchina imbocca una stradina e si ferma. C’è una casa poco lontano. E’ lì che stiamo andando?
Sento la portiera sbattere e mi accorgo che è sceso dall’auto. Mi raggiunge dal mio lato, apre la portiera e mi trascina fuori dall’auto.
“Ora non fai più la sfacciata? ” Mi prende in giro voltandomi e sbattendomi contro l’auto.
“Ti sei divertita a prendermi in giro?” Ssussurra al mio orecchio mentre il suo corpo preme contro il mio.
“Anche con questi vestiti lo senti come mi ecciti?” Preme il bacino contro il mio sedere facendomi sentire la sua erezione.
Prende la mia mano destra e la porta al suo inguine.
“Senti com’è in tiro per te?” Mugugna facendomi accarezzare la sua lunghezza.
Oddio! Ma è di marmo? E quant’è grosso?
Deglutisco, mentre sento che allunga l’altra mano sotto la mia gonna. Non vorrà toccarmi qui, all’aperto? Mi guardo intorno ma non vedo nessuno.
“Sempre bagnata per me...” Sogghigna soddisfatto mentre accarezza le mie pieghe bagnate.
Improvvisamente si stacca da me “Ma questo non è il momento piccola. Dovrai aspettare ancora un po’... Ho una faccenda da sistemare!”
Cosa ? Pensa davvero che io non aspetti altro? Ma che arrogante!
Mi riprende il braccio trascinandomi verso l’abitazione. E’ una villetta azzurra con il tetto grigio. Il giardino intorno ha l’erba curata.
Quando siamo sulla soglia, si ferma e bussa. “Apri questa dannata porta!” Urla arrabbiato continuando a colpire sempre più forte.
La porta si apre e si affaccia una donna mora con una vestaglia succinta. La riconosco è la mora della festa! Quella con cui avrà fatto chissà cosa!
Il mio capo la sposta ed entra in casa senza lasciare la presa sul mio braccio. Mi spintona sul divano facendomi sedere e poi si volta verso la donna.
“Che cazzo pensavi di ottenere parlando coi miei?” Le urla contro andandole incontro.
La mora indietreggia finché non è spalle al muro. Il mio capo ora la sovrasta. E’ talmente grosso che vedo solo il suo corpo.
“Tesoro, calmati... l’ho fatto per noi... Adesso Arnold non avrà più sospetti...” La voce della donna non sembra spaventata, vedo che gli mette le braccia al collo.
Li guardo incredula. Noi? Che vuol dire noi? E poi chi è Arnold? Aspetta! Il Signor Harris si chiama così. No non può essere lui!
“E’ per questo che lo hai fatto Ginger? Per potermi scopare senza problemi?” L’afferra per la vita e la alza sbattendola contro il muro.
Vedo che lei gli circonda la vita con le gambe e inizia a mugugnare.
Che stanno facendo? Stanno veramente per fare sesso davanti a me?
Da sopra la spalla di lui vedo la donna che mi guarda e domanda “E lei perchè è qui?”
Il mio capo la lascia improvvisamente e poi si volta sorpreso. Davvero si è dimenticato che ci sono anche io? Se non lo conoscessi potrei offendermi.
Sembra riscuotersi e si avvicina a me.
“Ma come Ginger! Non riconosci la mia fidanzata?” Mi tira su prendendomi da un braccio e si avvinghia a me. “Dove vado io viene anche lei! Vero piccola?”
Ma che stà dicendo? Pensavo dovessimo fingere solo con i suoi genitori!
“Steven! Dobbiamo parlare! Da soli! ” Lo sgrida la donna.
“Non darmi ordini donna!” Le rivolge un’occhiataccia mentre inizia a palparmi il sedere.
La donna che ho capito si chiama Ginger, si avvicina e inizia ad accarezzarlo sensualmente.
“Lascia stare questa ragazzina. Ho voglia di te Steven!” Biascica come una gattamorta.
La scosta bruscamente , mi afferra di nuovo per un braccio e mi trascina verso una porta.
Quando mi spinge dentro vedo che è uno stanzino.“Tu aspetta qua! Poi mi occuperò di te!” Ordina chiudendomi dentro. Sento la chiave girare e mi precipito verso la porta cercando di aprirla. Non ci credo! Mi ha chiusa dentro !
Provo a guardarmi intorno ma non vedo finestre, c’è solo un piccolo letto con un comodino. Non ci sono vie di fuga.
Sospiro e vado verso la porta. Stò per picchiare e urlare quando sento dei rumori. Avvicino un’orecchio alla porta.
Sento che discutono ma non capisco cosa dicono. Poi ad un tratto ci sono gemiti e grugniti. Colpi e schiaffi. Poi un colpo alla porta mi fa arretrare.
Non capisco se stanno litigando o altro.
“Volevi scopare? Ti accontento! Ma si fa a modo mio!” Sento la sua voce urlare dietro la porta.
“Girati e spalanca le gambe!” Poi un colpo alla porta “Subito!” Le inveisce contro.
Cosa? Non è quello che credo vero? Faccio un’altro passo indietro.
“Steven ti prego.. non così ... ” Sento piagnucolare la donna.
Poi una serie di quelli che sembrano schiaffi sovrastano i lamenti femminili. La stà sculacciando?
Quando i colpi finiscono un gemito mi fa sobbalzare. Ginger inizia a gemere sempre più forte.
Li sento benissimo, sembra che non ci sia la porta a separarci.
“Ti piace prenderlo forte vero?” Ringhia lui colpendo sempre più forte.
Mi copro la bocca con la mano. Stanno scopando contro la porta?
Arretro verso il muro opposto e lentamente mi abbasso. Cerco di coprirmi le orecchie con le mani per non sentire, ma è inutile. Sento tutto chiaramente.
Perchè lo stà facendo? E perchè mi fa sentire tutto? E’ questa la punizione di cui parlava?
Iniziano a pizzicarmi gli occhi. Non capisco cosa mi succede. Non dovrebbe importarmi di quello che fa.
“Ariel!” Sento che mi chiama “Ti stai eccitando? Chissà com’è bagnata la tua fighetta adesso...” Ansima dietro la porta mentre i colpi continuano.
Cosa? Ma che dice? E’ impazzito? Scrollo la testa continuando a piangere.
Dopo quella che mi sembra un’infinità, un grugnito maschile e un ultimo colpo mi fa capire che hanno finito. Finalmente!
La porta che si spalanca mi fa alzare di scatto il viso. E lo vedo. Immobile sulla porta che mi guarda scuro in volto. Ha i capelli arruffati e un rossore sulle guance che lo fanno ancora più sexy. Si, sarà sexy ma anche uno stronzo pervertito!
“Alzati! Andiamo!” Si sporge verso di me cercando di prendermi per un braccio. Mi scosto disgustata.
“Non... Non mi toccare! Non mi toccare mai più!” Sibilo tra i denti fissandolo negli occhi.
Mi alzo senza il suo aiuto e schivando il suo corpo esco dallo sgabuzzino andando velocemente verso la porta. Non sopporto neanche l’idea che lui mi sfiori!
“Hai avuto quello che volevi! Ora è finita, con me hai chiuso!” Sento che ringhia furioso verso la donna.
Corro verso l’auto e salgo nei sedili posteriori.
“Bastardo! Dirò tutto ad Arnold! Te la farà pagare!” Le urla della donna si sentono fino alla macchina.
Mi rannicchio sul sedile posteriore portando le ginocchia al petto. Abbasso la testa e aspetto in silenzio. Sento che sale in macchina sospirando frustrato, un colpo mi fa sobbalzare ma non alzo la testa.
Credo abbia colpito il volante con un pugno. Mi rifiuto di domandarmi il perchè è arrabbiato. Sto zitta e ferma.
Mette in moto e stranamente parte lentamente. Dopo un po’ il silenzio prolungato e l’andamento della macchina mi fanno assopire. Finchè il rumore dello sportello che sbatte mi risveglia.
Alzo gli occhi e vedo che si stà avvicinando al mio sportello ma mi allontano strisciando verso quello opposto e scendo barcollando.
Mi guardo intorno e mi accorgo che siamo arrivati a casa. Ma quanto ho dormito?
Mi avvio verso la porta d’ingresso e mi fermo guardando in basso.
Si avvicina e apre la porta. Appoggia la sua mano sulla schiena credo per incitarmi a entrare. Mi scosto bruscamente e corro in casa. Non so dove andare. Non voglio andare in camera con lui!
Apro la prima porta che trovo e mi ci chiudo dentro. E’ un bagno con una piccola vasca e senza finestra.
Sospiro e mi accascio sul pavimento adagiandomi sul morbido tappeto. Appoggio la testa sulla porta e chiudo gli occhi. Sono sfinita per cui non ci metto molto ad addormentarmi in quell’assurda posizione.