CLAUSOLA

1923 Words
Mentre esco dall’ufficio accompagnata da Tessa la mia rabbia aumenta sempre di più. Ho intenzione di andare in centrale e raccontare tutto. Si proprio tutto. Non mi interessa più rispettare il contratto o di andare in prigione! “Sei ancora sotto choc Ariel. Andiamo a casa mia e ti fai una bella dormita, poi domani ti accompagno alla polizia. In queste condizioni rischi di non essere per niente di aiuto.” Le parole di Tessa mi fanno riflettere. Potrebbe aver ragione. Decido così di seguirla a casa sua. Passiamo la serata a parlare e ridere delle sue disavventure amorose. E’ una ragazza solare ed estroversa che ama uscire e divertirsi. Proprio il contrario di me. L’unica sua pecca sono i servizietti che continua a fare allo stronzo! Per la prima volta da non so quanto tempo mi addormento serena e senza pensieri. Mi risveglio stiracchiandomi sul letto. Al ricordo della bellissima serata le mie labbra si aprono in un sorriso. Poi però il dolore al labbro mi riporta alla mente anche il resto della giornata e la mia serenità si affievolisce. Mi alzo di scatto e vado in bagno. Quando mi guardo allo specchio la rabbia inizia ad invadermi. L’occhio e la guancia sono viola e il labbro è gonfio e tagliato. Sembro uscita da un incontro di box! Non credevo mi avesse colpito così forte! “Ariel tutto bene?” La voce di Tessa mi riscuote facendomi distogliere lo sguardo dal disastro del mio viso. “Si Tessa mi faccio una doccia e arrivo” Rispondo sorridendo alla bionda dietro alla porta. Ultimamente credo di avere problemi a valutare le persone. Anche su di lei mi ero sbagliata. “Tranquilla, fai con calma! Ti lascio un cambio sul letto. Ti aspetto di sotto in cucina per la colazione.” E’ dolcissima e per niente altezzosa, il contrario di quello che pensavo di lei fino a ieri. Mi lavo velocemente ed esco dal bagno in accappatoio. Quando guardo sul letto e vedo un vestito celeste e la biancheria mi vengono le lacrime agli occhi. Finalmente un paio di mutandine e un reggiseno! Non mi sembra vero! Una risata mi esce spontanea. Come mi sono ridotta! Commuovermi per dell’intimo! Indosso il tutto sospirando di piacere e mi guardo allo specchio. Questo si che è un vestito degno di questo nome! E’ accollato e lungo fin sotto le ginocchia. Per le scarpe purtroppo devo ancora indossare gli odiosi tacchi visto che io e Tessa non portiamo lo stesso numero. Scendo in cucina e mentre ci stiamo abbuffando di pancake il campanello suona. Quando Tessa apre la porta il boccone mi va di traverso vedendo entrare lo stronzo del mio capo. Inizio a tossire alzandomi dalla sedia. “Cosa ci fai qui? Vattene ! Non voglio più vederti! ” Inizio a urlare arrabbiata. Si avvicina lentamente squadrandomi il viso con uno sguardo preoccupato. “Non avvicinarti! Cosa vuoi ancora? Non ti basta come mi ha conciata il tuo amico? ” Il ricordo del signor Harris mi fa indietreggiare e portare le braccia in avanti per difendermi. Lui si blocca stupito. “Ariel, non ti farei mai del male! Non pensavo che Arnold fosse un violento. Io..” Ma io lo interrompo. “Certo! Pensavi solo che mi sciogliesse un po’ giusto? Bene!Ora sono tanto sciolta che vi manderò in galera tutti e due!” Urlo furiosa. Ma pensa veramente che io creda alle sue parole? Ricordo benissimo la sua indifferenza e la sua risata ! Il campanello che suona interrompe il silenzio che si è creato. E ora chi diavolo è? Mi volto verso la porta e dopo un attimo di sorpresa una risata isterica mi percuote. “Sul serio hai chiamato il tuo avvocato?” Lo guardo incredula e il suo viso fa una smorfia infastidita. “Signorina Farrel, sono qui di mia iniziativa, Steven non voleva. Volevo pararle del contratto..” Inizia l’avvocato Garret con il suo solito tono professionale. “Contratto? Sul serio? Lo vede cos’ha fatto il suo contratto?” Urlo indicandomi il viso. Ormai credo di aver perso il controllo. “Lo sa cosa ci può fare con quel maledettissimo contratto?” L’avvocato Garret mi guarda il viso dispiaciuto e poi si rivolge al mio capo “Steven, per favore lasciaci. Vorrei parlare con la signorina Farrel da solo.” Lui alza il viso di scatto e fa per rispondere ma Tessa si avvicina e lo trascina via per un braccio “Vieni Steven! La tua presenza la fa solo agitare.” Quando finalmente rimaniamo da soli con un sospiro mi accascio sulla sedia . “Signorina Farrel, mi dispiace per quello che le è successo. E le garantisco che farò in modo che il signor Harris paghi per quello che ha fatto. Le dò la mia parola!” La voce dell’avvocato Garret cerca di tranquillizzarmi. “Per quanto riguarda Steven, beh.. è solo un testone orgoglioso ma so che ci tiene a lei.” Lo guardo incredula e inizio a ridere sarcastica ” Si certo... Ci tiene ... Lo sa che è lui che mi ha mandato con quel bastardo?” “Le assicuro che non pensava le avesse messo le mani addosso in nessun modo!” Il suo sguardo sembra sincero. Ma come faccio a credergli? La risata che lo stronzo ha fatto mi rimbomba ancora nelle orecchie. “Senta Ariel, facciamo così: se lei è d’accordo aggiungiamo una clausola al contratto. Nessuna violenza fisica altrimenti il contratto si scioglie e il debito si annulla.” Lo guardo assottigliando lo sguardo “Non voglio che mi tocchi in nessun modo!” Alzo la voce. Mi guarda stupito. “Ufficialmente lei è la sua fidanzata... Almeno in pubblico dovrete avere qualche contatto. Ma possiamo includere che non ci siano.. Ecco.. Rapporti sessuali...” Arrossisce dall’imbarazzo. Lo guardo allibita. Come può essere l’avvocato di quel pervertito? Penso alle sue parole. Davvero può essere così semplice? Una banale clausola? “Scrivo subito le nuove condizioni e le legge con calma e poi decide.” Prende un foglio e inizia a scrivere con foga sotto il mio sguardo scettico. Quando finalmente finisce mi passa il foglio e mentre lo analizzo esce dalla stanza per raggiungere il suo cliente. Sento che discutono e la voce del mio capo che urla arrabbiato. Nel momento in cui mi raggiungono ho già letto il foglio tre volte e non ho trovato imbrogli , sembra esattamente come mi ha spiegato a voce. Il mio capo si avvicina a me e mi toglie il foglio di mano iniziando a leggerlo con sguardo torvo. Lo guardo mentre stringe la mascella contrariato. “C’è solo da aggiungere una precisazione! ” Alza lo sguardo verso di me fissandomi negli occhi. “Sono vietati rapporti sessuali NON CONSENSUALI” Le sue labbra si piegano in un ghigno. La mia bocca si spalanca. Crede davvero che dopo tutto quello che mi ha fatto potrei mai volere far sesso con lui? Questo è proprio pazzo. “Steven, lasciamo la signorina Farrel decidere in tranquillità” L’avvocato Garret interrompe i nostri sguardi. “No, va bene ho deciso. Firmo. Voglio andare subito in centrale a sistemare il signor Harris.” Volto lo sguardo verso il tavolo, prendo la penna e firmo quel maledetto foglio di carta. Appena finito mi dirigo velocemente alla porta senza guardare se lo stronzo firma anche lui. Tanto so già che lo farà. Arriviamo in silenzio alla stazione di polizia dove l’avvocato Garret dimostra di essere veramente in gamba. Capisco perchè lo stronzo l’abbia assunto. I poliziotti pendono dalle sue labbra e mi fanno pochissime domande. Forse i lividi che ho sul volto parlano già da soli. Non prestano molta attenzione al perchè o meglio grazie a chi io sia finita nell’ufficio del signor Harris, rassicurandomi che la giustizia lo terrà dietro le sbarre per molto tempo. Quando arriviamo a casa del mio capo sto ancora pensando se ho fatto la scelta giusta. Lui è stato zitto per tutto il tempo, ogni tanto notavo che mi fissava i lividi sul volto senza però mostrare alcun tipo di emozione. Per fortuna sono riuscita a dormire da sola nella stanza dove giorni fà mi aveva legata. Non avrei sopportato la sua vicinanza. I giorni seguenti passano veloci e ci siamo pressochè ignorati. Forse abbiamo raggiunto un equilibrio in questo modo. Mentalmente lo ringrazio visto che ho potuto riprendermi almeno fisicamente da ciò che è successo. Per il resto beh ogni tanto faccio degli incubi per poi svegliarmi impaurita e tremante. L’immagine sfuocata di un uomo appare davanti a me , non riesco a vedere bene il suo viso ma sembra bello. Ha i capelli lunghi e biondi e riesco a capire che sorride. Si china verso di me iniziando ad accarezzarmi le gambe partendo dal piede e arrivando fino alle cosce. Mi rendo conto di essere sdraiata quando dolcemente mi solleva le ginocchia appoggiandole sulle sue spalle. Credo di stare sognando perchè non riesco a percepire il senso del tempo e l’ambiente intorno è troppo luminoso per essere reale. L’uomo davanti a me si china verso la mia intimità e inizia ad accarezzarmi facendomi contrarre il ventre. Passa le sue dita sulle mie pieghe intime e poi china il viso iniziando a leccarmele dolcemente. Mi lascio andare visto che è solo un sogno. Inizio a gemere e mugugnare dal piacere quando mi succhia il clitoride. Le sue dita continuano a muoversi facendomi inarcare la schiena. Una scossa di piacere mi percorre il corpo e poi sento una voce ringhiare “Brava piccola vienimi in bocca!” Mentre l’orgasmo mi percuote io sbarro gli occhi perchè riconosco la voce. Non è possibile! E lo vedo. Il mio capo con la testa tra le mie gambe che mi guarda con uno sguardo lussurioso mentre continua a leccare la mia intimità. Cerco di riprendermi e lo allontano spingendolo con tutte le forze che ho. “Cosa diavolo stai facendo?” Urlo mentre arretro sul letto. Dopo aver ripreso fiato lo guardo furiosa. “Avevamo un accordo! E tu non lo hai rispettato! Non devi toccarmi!” Urlo in preda al panico più totale. Perchè? Perchè accidenti è stato il miglior orgasmo della mia vita! E non posso credere di averlo avuto con questo stronzo pervertito! Lo vedo alzarsi in tutta la sua imponenza e fissarmi malizioso. Per fortuna almeno è vestito! “Non ho violato proprio niente piccola, eri fin troppo consenziente!” Ghigna mentre si avvicina alla cassettiera e prende in mano il telefono. “Non dire stronzate! Tu mi... mi hai...” Inizio a parlare ma lui fa partire un audio che mi pietrifica all’istante. I miei sospiri e miei gemiti invadono la stanza facendomi avvampare dall’imbarazzo. Non posso crederci! Ha registrato tutto? “Non mi sembra di sentire le tue lamentele. Anzi qui mi preghi anche di continuare.” sorride malizioso mentre la mia voce registrata lo supplica di non smettere. “Stavo sognando brutto stronzo! Non era a te che chiedevo di continuare!” Urlo. Lo vedo contrarre la mascella e poi guardarmi freddamente “Beh mi spiace per te ma ero io! E non eri tanto dispiaciuta quando mi sei venuta in bocca!” Oddio! Al ricordo il mio ventre si contrae e stringo le gambe. Che mi prende? “Ora vestiti Ariel dobbiamo andare in ufficio!” Mi guarda soddisfatto per poi uscire dalla camera. Mi copro il viso con le mani dalla vergogna. E mi rendo conto di aver fatto un errore enorme a rimanere e firmare quella maledetta clausola.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD