TUTTOFARE

1665 Words
La porta si apre ed entra il Signor Harris. Per fortuna la porta è di fianco a me per cui non riesce a vedere sotto la mia scrivania. “Si sente bene Ariel? E’ tutta rossa in viso!” Il mio ex capo mi squadra perplesso. “Stà benissimo Arnold! Cosa vuoi?” Ribatte secco il bastardo, attirando l’attenzione su di lui. Il signor Harris si volta verso di lui e lo raggiunge sedendosi di fronte alla sua scrivania. Tiro un sospiro di sollievo perchè mi da le spalle. Certo Ariel! Ma prima o poi dovrà alzarsi ed uscire! Accidenti! “Ho chiamato la signorina Morrison come mi hai chiesto. Sarà qui nel pomeriggio per la firma del contratto. Sei sicuro di voler assumere lei? Abbiamo già una segretaria se non sbaglio” Dice riferendosi a me. Segretaria? Forse sono salva! Mi vuole sostituire! “Certo Arnold sono sicuro. La signorina Morrison ha un curriculum eccellente e al colloquio di ieri è stata come dire.. La più qualificata” Mi vengono in mente le ragazze dei colloqui e il modo in cui sono uscite dal suo ufficio. Certo la più qualificata! Non certo a fare la segretaria! Maiale! “Per quanto riguarda Ariel da ora in poi sarà la mia assistente e tuttofare. Sai che ne ho bisogno sono un uomo molto impegnato!” Mentre gli risponde vedo che mi guarda in mezzo alle gambe. Credo di arrossire ancora di più se possibile. Impegnato? Non certo a lavorare! “Fai come credi Steven. Lo sai che ho piena fiducia in te. Tra poco ho un appuntamento all’Hilton con il signor Torton. Rientrerò prima di pranzo” Mentre si alza inizio ad agitarmi, mi tremano le mani e le gambe. Stò per chiuderle ma lo stronzo mi blocca “Ariel ferma!” Sentendomi chiamare, il Signor Harris si volta verso di me ed il suo sguardo cade in mezzo alle mie gambe. Si è bloccato e continua a fissarmi mentre passa la lingua sul labbro superiore. “Ariel vedo che ti sei... ambientata bene. ” Dice avvicinandosi senza distogliere lo sguardo dalle mie parti intime. Strizza gli occhi per vedere meglio. Arrossisco fino alle orecchie e guardo disperata il mio capo che sogghigna divertito. Che hai da ridere stronzo? “Credo tu abbia già visto abbastanza Arnold. Ci vediamo a pranzo.” Lo liquida il maiale. Il Signor Harris sobbalza, distoglie lo sguardo da me e finalmente esce dall’ufficio, lanciandomi un sorriso malizioso. Mi vengono le lacrime agli occhi. Prendo fiato e con un sussurro chiedo “Posso andare in bagno un attimo capo?” “Certo Ariel. Ma stai attenda ad Arnold. Credo si sia eccitato!” Dice ridendo. Non aspetto altro e mi fiondo fuori dall’ufficio catapultandomi in bagno. Mi accascio per terra ed inizio a piangere. Bastardo! Lo odio! Dopo essermi sfogata, mi rialzo e mi sciacquo il viso. Mi guardo allo specchio e prendo un profondo respiro. Tiro su le spalle ed esco dal bagno. In ufficio non c’è nessuno, così mi dirigo velocemente verso la porta d’ingresso e cerco di aprirla. E’ chiusa! Maledizione! Sospiro e mi arrendo, almeno per ora, dirigendomi di nuovo in ufficio. Vado alla mia scrivania e ricomincio a lavorare. Almeno ci provo. Sono ancora agitata e umiliata. Mi perdo nel lavoro per non so quanto tempo, finchè non sento la porta aprirsi ed entrare il Signor Harris con in mano due sacchetti. Arrossisco ancora al pensiero che lui abbia visto la mia intimità. Mentre entra, vedo che si volta verso di me guardando sotto la mia scrivania. Ma quando vede che ho le gambe chiuse fa un verso stizzito e si rivolta verso il mio capo. Non ci credo! Voleva ancora guardarmi ? Non pensavo che anche lui fosse un maiale pervertito! Che schifo! “Ecco il pranzo Steven. Se non disturbo pensavo di mangiare qui con voi.” Si siede sul divano accanto alla scrivania e appoggia i sacchetti sul tavolino di fronte. “Nessun problema Arnold ” Il mio capo si stiracchia, si alza e va a sedersi anche lui sul divano, dal lato opposto del Signor Harris. Poi voltandosi verso di me mi chiede con un ghigno “Vieni a mangiare Ariel”. Li guardo confusa. Vedendo però che l’unico spazio libero sul divano è tra i due maiali, mi sorprendo a dire “Grazie ma non ho fame capo.” Non ho intenzione di sedermi tra quei due su QUEL divano. Chissà se lo hanno pulito! Il suo ghigno scompare per far posto ad uno sguardo rabbioso. Con uno scatto si alza e si avvicina a me e mi strattona per un braccio sollevandomi dalla sedia in malo modo. “Quando imparerai ad obbedire senza fiatare! A quanto pare non hai capito ancora la lezione!” Mi urla addosso mentre mi trascina verso il divano. Si siede e mi posiziona con il ventre sulle sue ginocchia. Sono sdraiata sulle sue cosce con il sedere verso il Signor Harris. Ma cosa vuole fare?? Con una mano mi prende i polsi e me li blocca, mentre con l’altra solleva la gonna scoprendomi il sedere. Sussulto iniziando a gridare. “No ti prego lasciami! Non lo farò più!” Non indosso l’intimo e il mio sedere è scoperto alla vista di entrambi. Stringo le cosce per cercare di coprire il più possibile. Che vergogna! “Certo che non lo farai più! Altrimenti avrai questo!” Mi tira uno schiaffo su una natica facendomi sobbalzare dal dolore. “Hai capito piccola?” Mi fa una carezza dove prima mi ha colpito. Quando non rispondo mi colpisce l’altra “Ho detto: HAI CAPITO?” Mi urla addosso. “Si capo ho capito! Ti prego basta!” Sussurro piangendo. “Non continuo solo perchè hai ancora il culo rosso per ieri. Adesso alzati e torna alla scrivania visto che non hai fame.” Molla la presa dai miei polsi e io mi rialzo goffamente. Mi abbasso la gonna il più possibile e ritorno a testa bassa alla mia postazione. Non credo riuscirò a subire tutto questo a lungo. Devo trovare il modo di scappare il prima possibile. Mi rimetto alla scrivania asciugandomi le lacrime con una mano e rivolgo la mia attenzione allo schermo, cercando di lavorare ed estraniarmi da tutto. ◆◆◆ Dopo che i due maiali hanno finito di mangiare, si alzano e si dirigono verso la porta. “Ah Ariel ! Vedi di pulire tutto! Capito?” Mi ordina severo prima di uscire sbattendo la porta. Questa è bella! E’ arrabbiato? Dovrei essere io quella furiosa per quello che mi ha fatto! Mi alzo e pulisco i resti del pranzo. Il divano non lo tocco! Non ci penso nemmeno! Quando lo stronzo rientra io sono in salvo alla mia postazione. Non fa in tempo a rimettersi alla scrivania che il citofono suona e lui risponde. “Venga pure signorina Morrison, l’aspettavo.” La porta si apre ed entra una ragazza bionda. Indossa un tailleur beige e un paio di scarpe rosse con i tacchi a spillo. Ma cos’è questa mania dei tacchi a spillo? Sono scomodissimi e pure pericolosi! La guardo meglio e mi pare di conoscerla. Poi improvvisamente mi ricordo: è la prima ragazza che ha avuto il colloquio. Quella che è uscita senza reggiseno. Chissà se oggi lo indossa? Magari così evita di perdere tempo a toglierlo! La osservo avvicinarsi ancheggiando alla scrivania mentre faccio finta di lavorare al computer. Non voglio dare la soddisfazione al mio capo di sembrare interessata. “Buongiorno Steven, è un piacere rivederti.” Non vedo la sua faccia, ma mi basta quella del mio capo: se la sta mangiando con gli occhi. “Accomodati e firma il contratto Tessa, non ho tempo da perdere in convenevoli.” Risponde burbero mentre continua a fissarla con lussuria. La bionda si siede accavallando le gambe, prende dei fogli ed inizia a leggere con calma, non sembra offesa e neppure turbata. Poi sempre con lentezza prende una penna e firma un paio di fogli. Mentre si rialza il capo la blocca con la mano. “Dove pensi di andare tesoro? Sai cosa devi fare! Te l’ho spiegato l’ultima volta!” Arretra leggermente con la sedia ed allarga le gambe. Tessa, sempre ancheggiando, gira intorno alla scrivania e si inginocchia davanti a lui armeggiando con i suoi calzoni. Non mi dire che gli stà per fare un ... “Brava cosi ! Siii ” Sospira il maiale. “Più veloce!” Mugugna spostando i suoi occhi su di me. Perchè mi guarda? “E tu Ariel! Apri quelle cazzo di gambe!” Mi urla gemendo e godendo come il maiale che è. Sobbalzo e non trovando una scappatoia apro le gambe. Cerco di non guardare la scena davanti a me. Ci riesco, concentrandomi sullo schermo del computer, purtroppo però sento benissimo i gemiti e i versi che il maiale fa . Non si trattiene, anzi sembra che lo faccia apposta! “Più giù! Prendilo tutto tesoro! Cosi! Si!! Sei bravissima!” Ansima e grugnisce sempre con più foga finchè con un verso strozzato urla “Si ! Ariel Si!!!” Sgrano gli occhi. E’ venuto pronunciando il mio nome? Volto lo sguardo e lo vedo accasciato sulla sedia con gli occhi chiusi . O mio Dio è così bello da fare paura. Ariel stai impazzendo!! Volto nuovamente lo sguardo allo schermo cercando di fare finta di niente. La bionda si alza e come se niente fosse si volta, afferra la borsetta e si avvia verso la porta. “A domani Steven! Ciao Ariel!” Ci saluta e lascia la stanza. Ma allora sapeva che c’ero anch’io e non gliene importava nulla? “Ariel io vado in bagno a darmi una ripulita. Vedi di sistemare questo casino prima del mio ritorno!” Si alza chiudendosi la cerniera dei calzoni e mi lascia da sola in ufficio. Mi guardo intorno e mi domando: questo vuol dire essere la sua TUTTOFARE?
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