CAPITOLO I Mario indigente La vita divenne dura per Mario. Mangiarsi gli abiti e l’orologio era stata cosa da nulla; dovette provare quell’inesprimibile cosa che si chiama miseria nera, orribile, che vuol dire giorni senza pane, notti senza sonno, sere senza candela, il focolare spento, settimane senza lavoro, l’avvenire senza speranza, la giubba bucata sul gomito, il cappello vecchio che fa ridere le ragazze, la porta trovata chiusa la sera perché non si paga l’affitto, l’insolenza del portinaio e dell’oste, i ghigni dei vicini, le umiliazioni, la dignità calpestata, i lavori qualsiasi accettati. I disgusti, l’amarezza e l’abbattimento. Mario imparò come si mandi giù tutto questo e come sian queste, talvolta, le sole cose che si possano mandar giù. In quel momento dell’esistenza, in c