4.
Alexis aveva capito piuttosto presto che c’era stato un errore, per così dire. Già all’asilo si era trovata ad affrontare una consapevolezza che ancora non sapeva come esprimere a parole: in lui c’era qualcosa di sbagliato. A questa consapevolezza era arrivato dopo essersi arreso all’evidenza: non potevano essere tutti gli altri a sbagliare, sul suo conto. Se mamma e papà gli garantivano che era un ragazzo, se lo davano per scontato, se tutti quelli che incontrava lo trattavano come tale... il problema doveva essere lui, non loro.
Se Alex (così si chiamava all’epoca) si vestiva come piaceva a lui, tutti, adulti e bambini, dicevano che si era “travestito” da ragazza.
Nell’adolescenza aveva dato al suo problema una cornice teorica. Era un ragazzo molto intelligente, studioso, timido...
