7. In prigione Per due giorni lavorai duramente nel cantiere della prigione. Era un lavoro pesante, e nonostante mi dessi malato ad ogni occasione mi sentivo snervato. Dipendeva dal cibo; nessuno avrebbe potuto resistere a un così duro lavoro con un simile trattamento. Pane e acqua era tutto quello che ci veniva dato; una volta la settimana distribuivano una parvenza di carne, a volte pure la dimenticavano, ma siccome questa carne aveva perduto tutta la sua sostanza bollendo, poco importava a noi di sentirne il gusto. Inoltre, in questa dieta a pane e acqua c’era un difetto vitale: mentre avevamo acqua in abbondanza non avevamo pane a sufficienza. Una razione di pane era di circa due pugni e ne venivano distribuite tre razioni al giorno ad ogni prigioniero. C’era una buona cosa, devo di