CAPITOLO XVII Il Ticone Alle sei di sera il proiettile passava sopra il polo sud, a meno di sessanta chilometri, alla medesima distanza, cioè, alla quale si era avvicinato al polo nord. La curva ellittica si tracciava dunque rigorosamente. In quel momento i viaggiatori tornarono all’interno il benefico influsso dei raggi solari, e rividero le stelle muoversi lentamente da est a ovest. L’astro radioso fu accolto con un triplice evviva: insieme alla luce tornava il calore, che non tardò a palesarsi attraverso le pareti di metallo. I vetri ripresero la normale trasparenza, e la coltre di ghiaccio che li ricopriva si fuse come per magia. Fu subito spento il gas, per economia, benché l’apparecchio ad aria dovesse consumarne la solita quantità normale. «Ah, come fanno piacere questi raggi