V. StrategiaQuando Fleur, percorrendo con lo sguardo la fila di volti intorno alla tavola del posto di ristoro, scorse Jon Forsyte, ebbe l’impressione come di un profumo di caprifogli in pieno inverno. Rimessasi da quella specie di leggera ebbrezza, lo osservò da lontano. Pareva incurante del cibo e sul volto, nero di carbone e di sudore, gli brillava un sorriso, quel sorriso stanco, eppur pieno di fascino, dell’uomo che ha sostenuto una fatica grave, ma che valeva la pena di sostenere, quel sorriso di trionfo dopo una lunga corsa o l’ascensione di un monte. Le ciglia di lui, lunghe e scure come le erano rimaste nella memoria, gli velavano gli occhi e contrastavano coi capelli più biondi, tagliati cortissimi. Senza interrompere le istruzioni che stava dando a Ruth La Fontaine, Fleur pensa