CAPITOLO OTTO Sembrava che l’appartamento di Bill fosse stato svaligiato. Riley restò immobile sulla porta per un istante, pronta ad impugnare la sua pistola per l’eventualità in cui un intruso fosse ancora all’interno. Poi si rilassò. Ovunque erano sparsi cartoni vuoti di cibo, piatti e bicchieri sporchi. Quel posto era un porcile, é vero, ma si trattava di un porcile vissuto. A quel punto si risolse a chiamare Bill. Nessuno rispose. Allora chiamò di nuovo. Stavolta, le parve di aver sentito un lamento provenire da una stanza lì vicino. Con il cuore in gola varcò la soglia della porta che conduceva nella camera da letto di Bill. La stanza era buia e le tende erano abbassate. Bill giaceva nel letto disfatto, con indosso vestiti sgualciti e lo sguardo verso il soffitto. “Bill, perch