Poi mi fermai, stupito dall’improvviso silenzio. La tormenta era cessata e, in sintonia con la calma della natura, il mio cuore aveva smesso di battere. Durò appena un istante, poi la luna si fece di nuovo strada tra le nuvole e vidi che ero in un cimitero e che l’edificio cubico in fondo al viale era una grande tomba di marmo, bianco come la neve che la ricopriva quasi interamente e che velava l’intero cimitero. Col chiaro di luna mi giunse un nuovo brontolio tempestoso insieme all’ululato sordo dei lupi o dei cani. Impressionato, sentivo il freddo trapassarmi da parte a parte, colpendomi, mi sembrava, anche il cuore. La luna rischiarava ancora la tomba di marmo quando il temporale ritornò su suoi passi. Come subendone il fascino, mi accostai al mausoleo che così stranamente si ergeva in