Sta Per Segnare
Scarlett
Io e Sid colleghiamo la sua fotocamera a un portatile sottile che porta con sé ovunque vada. Ha uno zaino rigido in cui tiene la sua attrezzatura mobile per fotografia ed editing. Sembra un piccolo guscio di tartaruga.
Scegliamo una manciata di foto e lui fa qualche rapida modifica mentre io scrivo le didascalie. Mandiamo tutto al telefono di Holly così che possa postarle sui nostri vari account. Mi ritrovo a leccarmi un po’ le labbra davanti alle immagini di Viktor Demoskev. Ha le spalle larghe, è muscoloso e grosso. Proprio bello grosso. Sembrava impossibile che il lettino terapeutico portatile di Pam ne sostenesse la massa. Non era la prima volta che facevo questo pensiero, ma quell’uomo sembrava un gigante, specialmente sotto le piccole mani di Pam.
Nella foto, è accigliato. Certo, immagino che sia tutto sommato normale. È curato, non ha tatuaggi visibili, ha i capelli corti e chilometri di muscoli. È un bell’uomo, attraente, con gusto nel vestire, ma non è proprio carino, non so se mi spiego. Ha una reputazione brutale, soprattutto per il periodo precedente ai Crush. Non si faceva scrupoli a fare male alle persone, sul ghiaccio e, di tanto in tanto, anche fuori. Non lo chiamano il Russo Pazzo per niente. Si è guadagnato questo nome.
Quando abbiamo finito, Sid si dirige verso il ghiaccio e io torno su, nella Sky Box, dove trovo Holly che lavora furiosamente sul suo iPad. Alza lo sguardo e sorride.
«Questi scatti sono eccezionali. E anche le didascalie sono spassose.»
«Grazie. È stato proprio divertente. Quei ragazzi sono…»
«Argh» geme, alzando gli occhi al cielo. «Non serve che tu dica altro. Sono un mucchio di idioti.»
«Diciamo così.»
«Siediti» dice Holly, tornando con lo sguardo allo schermo. «Forse ti rimanderò giù per il secondo intervallo per farlo di nuovo, se non ti dispiace.»
«Nessun problema.» Mi siedo accanto a lei.
Lavora mentre la bambina le dorme sul petto. Non sono una grande fan dei neonati. O a dire il vero dei bambini in generale. Ma questa è una visione piacevole. Holly non è tanto più grande di me, ha venticinque anni, ma ha un istinto materno, una serenità che non so se io avrò mai. E sta gestendo il fatto di essere una mamma e una social media manager rock star meglio di quanto io potrei mai fare.
Credo di essere un po’ gelosa. Mi sentivo abbastanza competitiva nei suoi confronti quando mi era stato affidato in via temporanea il lavoro mentre lei non c’era. Volevo superarla. Adesso, mi sembra più di voler essere come lei. Non con un bambino, ovvio, ma almeno altrettanto brava in ciò che faccio, sistemata con un ragazzo sexy, come se niente mi turbasse.
Molto improbabile.
Il secondo tempo è iniziato più o meno da sette minuti quando un’opportunità mancata dalla squadra avversaria lascia Viktor Demoskev senza niente a separarlo dal goal. È attento a non tirare troppo presto, perché dobbiamo evitare una liberazione vietata in questo momento, ma ha solo una breve finestra nella confusione, quindi porta il sedere lungo la linea.
«Guarda» dico a Holly ma anche solo a me stessa. «Sta per segnare. Il portiere non lo sta neanche guardando.»
La testa di Holly si alza. «Chi?» Si focalizza sul ghiaccio e osserva lo svolgersi del gioco. «Oh!»
E come previsto, Viktor tira dritto in rete. È un goal netto, un goal che proprio nessuno, forse neanche Viktor stesso, si aspettava.
Il rumore nella Sky Box è assordante, quindi posso solo immaginare quanto forte debba essere sugli spalti dell’arena. La gente è impazzita, soprattutto i nostri giocatori, che sul ghiaccio saltano sulla schiena di Viktor.
Sul 2 a 0, l’energia sale alle stelle qui nel centro di comando dei Crush. Fiona, il nostro capo, si siede alla mia destra.
«Due goal di difensori in una partita. Chi l’avrebbe mai pensato?» commenta.
Porta i capelli in un caschetto affilato e lungo fino al mento con una frangetta dritta e indossa occhiali eccentrici che si abbinano al suo vestito su misura con i colori dei Crush. È una donna del tutto imprenditoriale e di solito severa. Non è un cattivo capo né niente del genere, e di sicuro sa quello che fa, ma comunque mi fa sentire a disagio.
Esempio tipico. «Sì, da pazzi» è la mia patetica risposta.
«Mi piacerebbe buttare giù qualche presentazione per la settimana prossima, sulle caratteristiche della squadra in difesa, in particolare su Georg e Viktor. Mettilo nella tua lista mentale di cose da fare, okay?»
«Senz’altro, capo.»
«Fantastico» commenta lei. «E grazie per aver fatto quelle didascalie per i social oggi. Erano davvero divertenti.»
Su questo anche Holly alza la testa, scrutando attentamente il nostro capo, che non fa davvero mai complimenti a nessuno. È molto esigente e spesso molto critica sul nostro lavoro. E il silenzio di solito equivale a una sua approvazione. È strano ricevere una lode.
«Ehm, figurati» dico. «Holly ha detto la stessa cosa.»
«Be’, anche lei ha fatto roba comica prima d’ora, e ha funzionato molto bene.»
Fiona resta seduta ancora per qualche minuto, a disagio, prima di dare un colpetto al bracciolo della sedia e borbottare qualcosa su dei controlli da fare con Max in vista della conferenza stampa post partita.
Holly aspetta che non sia più a portata di orecchio prima di dire: «È proprio strana a volte.»
«Hai ragione» convengo. «Dobbiamo convincerla a prendersi un weekend qua e là, così può scopare un po’. Penso che veda suo marito solo una volta al mese.»
«Sì, forse hai ragione. Sono tutti e due maniaci del lavoro» dice Holly, tornando a concentrarsi sul suo lavoro. «So che suona buffo detto da me, ma loro sono tutto un altro livello.»
«L’hai mai incontrato? Suo marito?» chiedo.
«Sì» risponde con un’alzata di spalle. «È un tipo viscido. Bello, ben vestito. Ti fa quei sorrisi che ti fanno sentire nuda. E non in senso buono.»
«Bleah. Non mi meraviglia che lei sia così infelice.»
«Chissà» dice Holly. «Cerco di non presumere ciò che rende o non rende felici le altre persone. Di solito porta a dei problemi.»
Sto per approfondire alla caccia di gossip, sentendo che dietro alla frase di Holly c’è di più di quanto stia lasciando trasparire, ma veniamo interrotte da un Max Terry felicissimo e forse leggermente brillo. Si butta alla sinistra di Holly e la attira a sé in un approssimativo abbraccio laterale.
«Sento arrivare una vittoria» annuncia Max. «Ho i miei portafortuna. Tu ed Evan avete dato il via. L’amore migliora un giocatore. Lo so. E ora Georg e Pam. E lui ha segnato due goal nelle serie. Non potrei essere più felice.»
«Sì» dice Holly. «I difensori che hanno segnato in questa partita mi stanno dando un sacco di buon materiale per i social.»
«Sempre a lavorare» dice Max. «Dovresti mettere giù quella tecnologia e vivere la partita.»
«Oh, ma poi non manterrei il mio titolo di migliore del settore, no?» afferma sarcastica.
«Be’, se non fossi la migliore del settore almeno non dovrei combattere contro gli altri datori di lavoro per tenerti» controbatte Max con un gran sorriso.
Pam entra nella Sky Box, dopo essere stata sugli spalti per buona parte del tempo. Ha in mano un piatto pieno di cibo e si siede al posto appena lasciato da Fiona. «Mi ficco in bocca qualcosa da mangiare prima dell’intervallo» dice. «Non riesco a credere a come sta andando.»
«Sì, davvero pazzesco. Quasi come quell’esclusiva proposta di matrimonio prima della scorsa partita.»
«Ah. Sì. Ma non sarebbe da me una proposta che non sia esagerata al massimo.»
«Vero» concorda Holly. «Non riesco neanche a immaginare come sarà il tuo addio al nubilato.»
«Be’, cosa c’è di più esagerato di Las Vegas?» chiede Pam, maliziosa.
«Oddio» dice Holly. «Ho paura di scoprirlo.»
«Holly, non lo organizzerai tu?» le chiedo.
«No» risponde. «Pam è artefice del suo destino. Io mi faccio solo trascinare.»
E su questo ridiamo tutte. Io chiedo: «Pensi che avrete un fidanzamento lungo?»
«Cavolo, no» risponde Pam. «Siamo innamorati e non vediamo l’ora di sposarci e vivere nella stessa casa. Fuggiremmo insieme domani se potessimo.»
«Perché non potete?» chiede Holly. «Lui sembra un tipo da matrimonio con Elvis in una cappella di Las Vegas.»
«Vero.» Sono d’accordo con Holly.
«No… insomma, non lo so. Ovviamente non ne abbiamo ancora parlato molto perché al momento c’è la finale. Ma penso che il mio Georg sia un tipo da matrimonio in spiaggia in pantaloncini.»
«Oh, avevo capito anche questo!» concorda Holly con enfasi.
Io faccio un cenno di assenso ma la conversazione finisce quando la squadra avversaria segna. Tutti nella Sky Box emettono un lamento collettivo.
Pam impreca e Holly si acciglia, aggiornando il feed.
Quando il tempo sta per scadere, Pam si alza e sospira rumorosamente. «Agli spogliatoi» dice. «Scarlett, torni giù a fissare un altro po’ quello stallone del Russo Pazzo?»
Il collo di Holly sembra sul punto di spezzarsi mentre si gira verso di me, con una minuscola deformazione delle labbra che tradisce il suo divertimento. «Viktor?» chiede. «Stavi adocchiando Viktor?»
Scuoto la testa. «No!»
«Assolutamente sì» si intromette Pam. «Ma lui era altrettanto interessato a lei. Forse sarà il prossimo colpo di fulmine nel Quartier Generale del Matchmaking dei Crush.»
«No, gli stavo solo parlando. Era scocciato che gli stessimo scattando delle foto.»
Entrambe le donne mi rivolgono un subdolo sguardo d’intesa e io mi limito a stringere le labbra e ad alzarmi, pronta a seguire Pam fuori dalla Sky Box.
Holly urla: «Attenta con quello lì!»
Pam ride di gusto e io le ignoro mentre ci dirigiamo verso l’ascensore.
Beccata in pieno.
Arriviamo nel corridoio al piano degli spogliatoi e troviamo una grande folla di giocatori di hockey molto rumorosi e molto su di giri che stanno entrando.
Uno di questi si sta togliendo la maglia. Conosco quel corpo massiccio. Ovviamente è Viktor, ma non svolta verso la porta degli spogliatoi. Procedere lungo il tunnel. Gesù, è ancora più alto sui pattini…
E poi si schianta direttamente contro di me.