2. Kim

1823 Words
2 KIM Dei figli… Questa giornata va proprio di bene in meglio! Seguo le donne, mentre quelle due piccole parole mi ronzano in testa in un ciclo infinito, rendendo difficile concentrarmi su qualcos’altro. L’abito fluttua intorno e dietro di me mentre cammino, ma non mi sento molto aggraziata. Per prima cosa, non scivolo, mentre queste ragazze sembrano indossare i pattini sotto i vestiti. Sto ancora cercando di ricordare come abbia fatto ad arrivare qui. Da dove venga. Non so nemmeno quanti anni ho, cazzo! Sto pregando che tutto mi ritorni in mente, come è accaduto per il mio nome. Qualunque cosa sia questo strano siero che dicono di avermi dato, sembra che l’amnesia selettiva ne sia un importante effetto collaterale. Mentre ero nella vasca da bagno, ho fatto a Juno altre domande, ad esempio come sia possibile che riesca a comprendere la loro lingua, l’ulfariano. Ho scoperto che, oltre a iniettarmi il siero, questi maghi misteriosi – leggasi: "stronzi che ovviamente non hanno mai sentito parlare di consenso" – mi hanno impiantato un chip che consente di capire e parlare tutte le lingue conosciute dell’universo. È una follia, ma non posso negarne la funzionalità, almeno in questo posto. Quando tasto il punto appena sotto l’orecchio sinistro, sento il lieve gonfiore in corrispondenza del chip. Per fortuna non fa male. Cerco di non pensare a come funziona... Non voglio perdermi nei meandri della mia mente. Le donne chiacchierano, eccitate. A parte quella verde, nessuna di loro sembra essere minimamente gelosa del fatto che io stia per diventare l’ultima concubina del loro re. Immagino che siano abituate a condividerlo. Non dovranno condividerlo con la sottoscritta, però. Leverò le tende prima ancora che lui possa avvicinarsi a me. Sto cercando potenziali vie d’uscita a ogni passo del lungo e faticoso cammino verso le stanze del re Aurus. Dovrebbe avere il suo harem più vicino, così da non essere già esausto, quando arriva. O forse è la fortunata prescelta che deve compiere il tragitto per andare a trovarlo. È più probabile che un re arrogante abbaia scelto la seconda opzione. Più vedo del palazzo, più mi sento come se già conoscessi Aurus, prima ancora di averlo incontrato. Ovviamente ha un ego gigantesco, a giudicare da tutti gli specchi. E gli piace ostentare la propria ricchezza, a giudicare dagli arredi sgargianti e scintillanti. Non ho mai visto così tanto oro. A quanto pare, si ritiene una specie di stallone; perché, altrimenti, avrebbe dodici amanti? Sembra che le donne ulfarri siano mansuete e sottomesse, almeno per i maschi della loro specie. Non voglio sapere in che modo questa totale obbedienza viene ottenuta... Juno ha menzionato qualcosa riguardo a un’eventuale punizione, se non mi porteranno in tempo dal re. Nonostante tutta la loro tecnologia avanzata, gli ulfarri sembrano vivere ancora nel Medioevo, in fatto di liberazione della donna. In ogni caso, non ho chiesto quale sarebbe stata la punizione e Juno non mi ha fornito spontaneamente l’informazione. Alcune cose è meglio che rimangano ignote. Ci stiamo avvicinando a una serie di enormi porte doppie, alte anche più di sette metri. Sono bordate d’oro – come tutto il resto in questo posto; non mi sorprenderebbe se le concubine avessero finiture dorate intorno alle loro fiche – e si aprono come se fossero tirate da corde invisibili. La prima cosa che noto, una volta che le abbiamo varcate, sono le armi attaccate al muro: tutti i tipi di coltelli, spade, asce; c’è anche una balestra, o così mi pare. Le osservo tutte, chiedendomi quale potrei usare al meglio. Non ricordo se abbia mai sostenuto un allenamento di autodifesa o arti marziali. Ma, sicuramente, brandire un coltello contro qualcuno non può essere così difficile. Le armi sono abbastanza in alto, però; quindi devo trovare uno sgabello o qualcosa del genere, così da poter arrivare in alto e rubarne una. Mi sto ancora guardando intorno, scrutando i vari mobili, quando vedo una figura enorme e scintillante. Allo stesso tempo, sento Lenah dire: “Sua Maestà, mi permetta di presentarle la sua nuova omega: Kim”. Le dita di qualcuno circondano il mio polso e vengo trascinata in avanti senza tante cerimonie. La prima cosa che registro è la sua taglia. Pensavo che le donne fossero alte... ma questo ragazzo è enorme. Indossa un’armatura dorata lucida; quindi non so dire se sia in forma oppure grasso, ma sembra essere alto più di due metri e quasi altrettanto largo di spalle. Visto che indossa un elmo da cavaliere, non posso vedere la sua faccia. Ciononostante irradia forza. E arroganza. La sua voce, quando parla, è bassa, profonda e ringhiosa. “Finalmente. Ti aspetto da tanto tempo, omega”. “Mi chiamo Kim”, dico, orgogliosa che la mia voce sia calma e ferma. Direi che possiamo anche iniziare come intendiamo andare avanti. Io non mi inchino davanti a nessuno. “Kim”. Il modo in cui lo dice mi fa correre un brivido lungo la schiena. Mi rendo conto che non so come rivolgermi a lui. Chiamarlo Sua Maestà sembra un po’ pretenzioso, visto che non è il mio re. “Sembra che si sia verificato un errore”, continuo. “Non sono un’omega. Sono un essere umano. Vorrei tornare sulla Terra adesso”. Segue una lunga, lunga pausa. Sembra che tutte le donne stiano trattenendo il respiro, intanto che guardano Aurus per vedere cosa farà. Quando lui getta indietro la sua enorme testa con l’elmo e scoppia a ridere, emettono piccole risatine di sollievo. “È forse divertente?” gli chiedo. Non mi piace essere il motivo del loro divertimento, soprattutto non quando la situazione è così seria. Finora sono stata brava a mantenere la calma, considerate le circostanze, ma perfino la mia pazienza ha un limite. E lo sta raggiungendo. “Ti è stato dato un siero per trasformarti in un’omega”, dice alla fine Aurus, facendo eco a ciò che Lenah mi ha già detto. Si gira verso di lei. “È già entrata in estro?” Lenah scuote la testa, i suoi lunghi capelli che si increspano. “No, Maestà”. Probabilmente lo chiama Sua Maestà a letto. Poi io chiedo: “Cos’è l’estro?” Aurus si rivolge al suo harem: “Grazie per averla preparata. Lasciateci soli. Tutti voi”, aggiunge, rivolto anche agli altri servitori che stanno in silenzio negli angoli. No, per favore, non lasciatemi sola con lui! Li supplico in silenzio, ma ovviamente eseguono l’ordine del re. Ora, Aurus ed io siamo soli nelle sue stanze cavernose e pompose. “Sei davvero una bellezza”, dice alla fine Aurus. “I tuoi capelli sono un po’ corti, ma cresceranno. E sono dorati, cosa che mi piace. Questo è il Regno d’Oro”. “Cazzo, ma non mi dire!” Non posso evitare di dirlo. Inoltre, forse la mia scortesia gli farà venire voglia di sbarazzarsi di me. Una ragazza potrà pur sperare… Segue una breve pausa, in cui sembra stia decidendo come reagire. Poi fa una risatina, come un padre indulgente. “E tu hai carattere. Bene. Avremo tanti figli forti”. “Odio deluderti, ma no”, gli dico. “Non li avremo”. Un’altra breve pausa. “Ti deve sembrare tutto molto strano. Immagino che ci si debba aspettare un po’ di maleducazione”. Sta invalidando i miei sentimenti – i miei sentimenti genuini – e questo mi fa infuriare. “Un po’ di maleducazione? Questo è quello che pensi che sia?” Sono incredula. Aurus sventola una mano, come per allontanare una mosca fastidiosa. “Imparerai presto”, dice, come se non avessi detto niente. “Le altre ragazze, e io, ovviamente, ti insegneremo l’obbedienza”. “Col cavolo che lo farete!” “Attenta!” La sua voce è cambiata. Si è abbassata ancora di più, e la voce grave e burbera ora ha un tono di avvertimento. “Sono indulgente, ma anche la mia pazienza ha un limite”. “Non vedo l’ora di trovarlo”, dico, sembrando molto più sicura di quanto mi senta. Ignorandomi, si volta dall’altra parte e inizia a giocherellare con l’elmo. Reprimo un sorriso. Ovviamente non è abituato a slacciarsi le cinghie da solo, ma ha mandato via i suoi servitori. Dopo un paio di secondi imbarazzanti, riesce a togliersi l’elmo e lo posa su un tavolo vicino. Poi si gira. Porca puttana, è stupendo! Dannazione, dannazione, dannazione! La sua pelle è di un bronzo pallido, con segni tribali in oro scuro sulla fronte e sul collo. Ha una mascella forte e ben disegnata, labbra sorprendentemente carnose e gli occhi più ipnotici che abbia mai visto. Sono del colore del miele bruciato e, quando la luce colpisce le iridi, brillano di riflessi quasi ambrati. Ricomponiti, Kim! Potrebbe anche essere uno dei maschi più sexy che tu abbia mai visto, ma ti tiene comunque prigioniera. Non fargli capire che sei attratta da lui. “Vieni qui, omega”, dice alla fine Aurus, tendendomi una mano incoraggiante. “Mi chiamo Kim”. Incrocio le braccia sul petto. “E... no”. Sembro petulante e infantile, lo so, ma sto iniziando a sentire uno strano svolazzare nella pancia e il suo sguardo diretto mi sta distraendo. “Voglio che mi lasci andare. Oppure, troverò la via d’uscita da sola... Scapperò”. Aurus si fa beffe di me. “Oh, davvero?” Prendendo un respiro profondo per calmare i miei nervi vacillanti, quasi barcollo quando sento il suo l’odore: sandalo, pelle nuova, pino... Il profumo è molto forte, ma così buono che inspiro profondamente attraverso il naso, come a volermi inebriare del suo aroma. È in questo momento che un improvviso sussulto di piacere arriva direttamente al mio clitoride, seguito immediatamente da una sensazione di bagnato, di gocciolamento, tra le mie gambe. Sorpresa, non riesco a reprimere il mio sussulto per l’inaspettato, intenso accesso di lussuria. Cosa diavolo ho che non va? Guardo Aurus – per avere risposte, un aiuto, non so – e il colore dei suoi occhi è cambiato in un terra di Siena bruciata. Tutto il suo corpo è rigido; il viso ha un’espressione leonina che posso descrivere solo come "feroce". Una parte lontana di me registra che lui ha stretto i pugni lungo i fianchi. La torsione del desiderio nella parte inferiore del mio ventre è ora accompagnata da una fitta acuta di paura. Il re conviviale e attraente se n’è andato, e al suo posto c’è ora una bestia che è concentrata su di me come un leone su una gazzella. Io sono la preda. Il profumo si intensifica, diventando così denso da risultare una cosa tangibile, che si insinua in me, invadendo i miei stessi pori. Emetto un gemito quando il mio clitoride pulsa di nuovo. Sotto l’abito leggero i capezzoli si inturgidiscono. Che cazzo mi sta succedendo? Poi, Aurus inizia a ringhiare...
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