4. «Un mese e mezzo per mare». Nathaniel era appoggiato al parapetto di dritta, sul ponte di mezzo, e guardava con aria cupa i flutti blu scuro dell’Atlantico. «Tutti apprezzano la velocità dei transatlantici a carbone, ma no, tu non potevi fare a meno di viaggiare su un dannato veliero». Amintha gli si affiancò e gli circondò la vita con un braccio. «Ne avevo bisogno. D’altronde, sono cinque settimane che ti lamenti senza sosta». Lui le lanciò un’occhiata laterale, estenuata. «Non “senza sosta”» borbottò. «Non posso tenerti sempre occupato, Nathan». Lui si voltò del tutto. «Non mi avevi mai chiamato così, credo. Non spontaneamente». «Be’, se ora è il tuo nome...» «Mi annoio a morte, Amintha». Lei gli baciò gentilmente una spalla. La lana della sua giacca sapeva di salsedine.