XIV. La conta dei corpiIl giorno cominciava a spuntare, e i primi chiarori grigi dell’alba filtravano appena attraverso le lunghe fessure delle pareti di legno del fienile che ci ospitava, quando qualcuno m’afferrò un braccio e mi scosse forte. Balzai in piedi. Con la mente ancora annebbiata dal sonno, pensai che i corazzieri francesi ci fossero addosso, e mi precipitai a impugnare un fucile che vidi in un angolo. Ma allora notai intorno a me le lunghe file di soldati distesi, ancora immersi nel sonno, e mi ricordai dove fossi. Il mio stupore, nondimeno, fu profondo, quando m’accorsi che colui che m’aveva svegliato era il maggiore Elliott. L’espressione del suo viso era molto seria, e dietro a lui stavano ritti due sergenti, ognuno dei quali teneva in mano una lunga striscia di carta e una