Proprio di fronte a noi, su di un pendio, era in azione un cannone francese, e vedevamo distintamente i serventi che lo caricavano. Erano piccoli omini, attivissimi, che avevano ai chepì dei grandi pennacchi diritti. Lavoravano tranquillamente come tosatori di pecore, caricando, ripulendo e sparando senza posa. Da principio ne contai quattordici, poi constatai che ne rimanevano soltanto quattro, i quali però continuavano ad agire con la stessa calma di prima. La fattoria chiamata d’Hougomont era davanti a noi, in basso, e per tutta la mattina vedemmo le diverse fasi dell’accanito combattimento che vi si svolgeva. Dai muri, dalle finestre, dalle siepi dell’orto, prorompevano incessantemente vampe e fumo, mentre di laggiù salivano al cielo imprecazioni e urla di dolore, come non ne avevo ma