Prologo-2

790 Words
Diversi giorni dopo, Drago fece un passo indietro per osservare il suo operato. Aveva spostato tutte le persone del suo popolo che era riuscito a trovare nelle loro case, per proteggerli dagli elementi. Aveva sistemato nella sala grande coloro che avevano vissuto e lavorato al castello. Voltò lo sguardo verso la figura più vicina. Theron lo fissò ciecamente. Drago sollevò una mano e la passò con rimorso lungo la striscia nera che attraversava il collo del drago. Si fermò e chiuse gli occhi quando la familiare, devastante fitta di dolore lo lacerò ancora una volta. Per un istante, rimpianse che essa non fosse abbastanza potente per ucciderlo. Il dolore, il vuoto e le sensazioni di impotenza e rimorso erano quasi insopportabili. Tutti i suoi tentativi di trovare la Strega del Mare con la magia erano stati inutili. Era come se ella avesse cessato di esistere. Senza sapere come avesse fatto a trasformare la sua gente in pietra, non c’era modo di invertire il processo. Non si poteva fare altro. Nemmeno il Cuore del Drago aveva il potere di infrangere un incantesimo del genere: Drago lo sapeva perché ci aveva provato. Traendo un respiro profondo, aprì gli occhi e irrigidì le spalle per la determinazione. Un giorno, la Strega del Mare sarebbe riemersa e, quando lo avrebbe fatto, lui sarebbe stato pronto. Fino ad allora, avrebbe protetto coloro che non potevano proteggersi da soli. Drago si voltò e oltrepassò la soglia della sala grande, chiudendosi alle spalle l’enorme portone. Mormorò un incantesimo che sigillò le porte della stanza prima di uscire all’aperto. Con un sussurro, lanciò un incantesimo per incantare il castello. Avrebbe fatto lo stesso per l’intera Isola del Drago. Nessuno sarebbe riuscito a mettere piede sull’isola, nemmeno coloro che appartenevano al reame magico. Era un incantesimo che non conosceva nessun altro. Coloro che avessero avuto la sfortuna di raggiungere le spiagge sarebbero periti, intrappolati fra le scogliere e il mare. Dopo essersi trasformato, Drago si lanciò nell’aria. Girò cinque volte attorno all’isola, rafforzando l’incantesimo fino a quando le nebbie non si fecero spesse e grevi. Solo una volta soddisfatto tornò al castello. Atterrato sulla torre più alta, passò per un’ultima volta lo sguardo sull’isola. Non l’avrebbe rivista mai più. Drago sbatté le palpebre e volse lo sguardo al terreno. Dopo essersi spinto via dalla torre, si tuffò verso il basso. Un attimo prima che lui toccasse il terreno duro del cortile, il suolo si aprì e lui svanì all’interno. L’abisso era profondo quasi trenta metri e, mentre lui lo attraversava a gran velocità, l’apertura si sigillò alle sue spalle. Drago curvò il corpo, planando lungo le elaborate scale di pietra e attraversò le porte ad arco fino all’enorme caverna sottostante. Nella camera più profonda, volò sopra il mare di tesori fino ad atterrare su una montagna di monete d’oro e gioielli. Il suo corpo scivolò lungo la valanga di tesori fino a un’ampia piattaforma. Drago salì i gradini fino alla sommità. Con una spazzata di coda, rimosse le monete e i gioielli che erano caduti sulla piattaforma di pietra, per poi ruotare su se stesso e sdraiarsi. Il suo sguardo passò sull’immensa ricchezza dei draghi. In lontananza, vide le repliche dei suoi genitori. Erano stati i primi a scomparire, poco dopo l’inizio del Grande Scontro. Si erano diretti verso l’Isola dei Mostri per vedere Nali. La loro perdita era stata un duro colpo per lui e per gli altri draghi. “Ti ho deluso, padre, ma non mi arrenderò,” giurò Drago, fissando la statua del genitore. “Non ho più nulla da proteggere, se non il Cuore del Drago che è fra le tue zampe. Vi farò la guardia fino alla fine.” Drago abbassò la testa, chiuse gli occhi in preda al dolore, e mentre il silenzio si prolungava, diede inizio al compito di proteggere il tesoro del suo popolo. Presto, le ore si fecero giorni e giorni si fecero settimane. Le settimane divennero anni e gli anni sbiadirono nell’abisso di vuoto che cresceva dentro di lui. Alla fine, Drago si stancò, dormendo sempre di più mentre la solitudine e la magia di cui aveva bisogno per mantenere in forze il suo corpo cominciavano a esigere un tributo. Si svegliò brevemente quando un leggero disturbo scosse l’isola. Il terreno tremò sotto di lui, ma Drago non percepì la presenza di altri e presto si riaddormentò. Il Cuore del Drago splendeva forte, scintillando come se la Dea sapesse che l’ultimo dei draghi rischiava di perire. Drago non vide l’enorme diamante rosso sangue sollevarsi dal punto in cui riposava, fra gli artigli della statua di suo padre. Perso nel reame dei suoi sogni, continuò a dormire mentre, lentamente, vicino a lui si apriva un passaggio per un altro mondo.
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