IV. Gettato su un’isola deserta, prende dal vascello naufragato ciò che gli occorre Non saprei io stesso descrivere la confusione dei miei pensieri quando mi trovai in acqua; sebbene sia un abilissimo nuotatore, non riuscii a sollevarmi abbastanza da riprendere fiato prima che l’onda che mi aveva trascinato per un lungo tratto verso la spiaggia non tornò indietro, lasciandomi quasi a secco sulla riva, ma mezzo morto per l’acqua che avevo bevuta. Ebbi tanta presenza di spirito che mi sollevai con le poche forze rimastemi appena mi accorsi di essere più vicino alla terra di quanto mi attendessi, e mi misi a correre verso questa con tutta la velocità di cui ero capace prima che un’altra ondata tornasse ad investirmi. Ma compresi subito l’impossibilità di evitare questo pericolo, perché vidi