2 Era quasi buio, quando uscirono dal mezzanino di rue Spontini. Robert Le Ménil fece segno a un vetturino che passava e, lanciando all’animale e all’uomo uno sguardo inquieto, salì con Thérèse nella carrozza. Stretti l’uno all’altra, correvano fra ombre vaghe, solcate da luci improvvise, attraverso la città fantasma, avendo nell’anima soltanto delle impressioni dolci e languide, come quei chiarori che venivano a smorzarsi sui vetri annebbiati. Tutto, al di fuori, sembrava loro confuso e sfuggente, e sentivano in corpo un vuoto dolcissimo. La vettura arrivò vicino al Pont-Neuf sul quai des Augustins. Scesero. Un freddo secco ravvivava quel tempo grigio di gennaio. Thérèse aspirò felice, sotto la veletta, la brezza che, attraversando il fiume, spazzava rasente il suolo una polvere acre e