Chapter 3

998 Words
Prologo Lo osservava attentamente quell’uomo così anziano, seduto su una sedia consunta, leggermente gobbo e non solo perché aveva il capo chino in avanti, per poter leggere il libro che teneva tra le mani. Gli occhiali con la catenella che pendeva ai lati, che gli davano quell’aria ancor più tenera. Le sembrava un antico poeta. Assomigliava a Walt Whitman, era incredibilmente identico a lui. Le venne da sorridere. Non avrebbe potuto immaginare personaggio più adatto come proprietario di un vecchio negozio di antiquariato nel centro storico. Si avvicinò. L’uomo, come risvegliatosi da un sogno, sollevò il capo, si sistemò gli occhiali che erano un po’ scivolati sul suo lungo naso aquilino, e le sorrise. I denti ancora perfetti illuminavano un viso segnato dal tempo, rendendolo ancor più unico. «Tu devi essere Emilia». Fu più un’affermazione che una domanda. «Sì, sono qui per il colloquio di lavoro.» Era sempre stata affascinata dalla storia, dalle grandi passioni dei tempi antichi. Dalle gioie e dai dolori. Da tutto ciò che aveva portato a oggi. Al suo essere lì. «Molto piacere» continuò porgendo la mano che l’uomo strinse inaspettatamente in maniera vigorosa. «Sei già stata nel mio negozio?» le domandò. «Ho comprato alcuni oggetti per la mia casa tempo fa. C’era un altro signore». L’uomo si incupì. «Il mio Roberto… Mi ha lasciato cinque mesi fa.» «Mi dispiace, non ne avevo idea.» Era stato l’amore della sua vita. «Vieni dentro, ti spiego di cosa dovrai occuparti» le disse improvviso per toglierla dall’imbarazzo. Emilia annuì. Era stata lì, come in altri negozi, o banchetti fuori città. Ogni oggetto, ogni libro, le faceva pensare… Si immaginava la persona che lo aveva posseduto, riusciva a vederla nitidamente nella sua mente, e poi riportava quelle sue fantasie su carta. La sua grande passione per la scrittura che la faceva evadere dal suo mondo troppo spesso sotto i riflettori. Si sentiva al sicuro e protetta, lontana da occhi indiscreti. «Puoi cominciare subito se vuoi» le disse l’uomo risvegliandola dai suoi pensieri. «Ma, non vuole sapere niente su di me? I miei studi, la vita che conduco?» domandò stupita. Per la prima volta si sentiva come tutti gli altri suoi coetanei. L’uomo non l’aveva riconosciuta, ma in fondo era così anziano e impegnato in quel suo mondo affascinante e antico che non aveva di certo il tempo di leggere riviste o guardare la televisione. Si sentì davvero se stessa con lui. «Ti sei guardata intorno, gli occhi ti brillavano. Qualcosa mi dice che questo per te non è solo un semplice lavoro, ma molto, molto di più.» Emilia gli sorrise e annuì. Continuò a guardarsi intorno fino a che il suo sguardo non cadde su di un diario antico. Riconobbe il simbolo sulla copertina logora: un acchiappasogni, proprio come quello che adornava la testiera del suo letto. Si avvicinò e lo sfiorò incantata. «Posso?» domandò all’uomo. «Ma certo, cara.» Lo aprì emozionata, una pagina dopo l’altra: memorie, frasi, la storia di un popolo che aveva combattuto per la libertà che giorno dopo giorno veniva loro portata via. «Se ti piace è tuo. Consideralo come un simbolo del nostro inizio di collaborazione.» «Grazie, io davvero, non so cosa dire… Lasci che glielo paghi, quantomeno.» «Oh, no! È lì da anni. Aspettava solo che qualcuno lo desiderasse e lo guardasse con quegli occhi. Deve essere tuo.» «Grazie» disse ancora Emilia. Era davvero un dono prezioso. Un dono che la stava aiutando a prendere coraggio per continuare la storia che aveva iniziato solo nella sua mente: un grande amore tra un indiano d’America e una donna bianca. Un grande amore tra una “mezzosangue” e un soldato. Sorrise tra sé. «Signor…» Si fermò perché si rese conto che non sapeva il suo nome. «Antonio, che maleducato: non mi ero ancora presentato.» Lo osservò ancora più attentamente. Non aveva sbagliato: era davvero identico al grande poeta. «Oh, non importa. Posso chiederle una cosa?» «Ma certo cara, dimmi.» Emilia azzardò. Sapeva che rasentava il ridicolo, ma non poté farne a meno. «Posso chiamarla Walt?» L’uomo non sembrò stupito, e non si scompose. Si limitò a sorridere. «Ma certo» rispose semplicemente. Da quel giorno in poi capì che tante cose sarebbero cambiate, anche se di certo non poteva sapere che nello stesso giorno, l’uomo che sarebbe entrato nel suo cuore per non uscirne più, era tornato. Dopo un lungo periodo di studio. Dopo varie e dure esercitazioni, aveva deciso di intraprendere la sua carriera nella città natale. Passò davanti a quel negozio di antiquariato, ma Emilia non poté notarlo, perché dava la schiena alla porta, con tra le mani quel libro prezioso. Sebastian si guardava solo un po’ intorno, mentre i suoi passi erano precisi e spediti. Lesse il nome di quella bottega antiquaria di sfuggita attratto solo per un attimo senza saperne davvero il motivo: “Il mondo antico”. Continuava a pensare a quell’uomo che lo aveva contattato, e al quale avrebbe detto di sì, ma non prima di saperne qualcosa di più sulla persona che avrebbe dovuto proteggere. Sarebbe stato presto l’ombra di quella persona. Lui, una guardia del corpo scelta. Serio e imperturbabile, dedito al lavoro. La sua vita lo aveva portato a quella scelta che mai lo aveva fatto vacillare una volta. Quando arrivò all’agenzia, il suo più caro amico Fabio gli andò incontro. «Seb, hai deciso di tornare» gli disse dandogli una pacca sulla spalla. «Sì, ma credo che mi metterò in proprio. Parlerò con il grande capo e gli dirò che le mie collaborazioni saranno sporadiche.» «Sei coraggioso. Io non me la sento. Diciamo che resterò ancorato qui ancora per un po’» rispose l’amico. «Sei tu quello coraggioso, non io» continuò Sebastian sincero. Fabio gli sorrise. Alle volte parlare con Sebastian era come risolvere un rebus complicato, o fare un cruciverba. Ma sapeva che aveva un cuore d’oro, e glielo aveva dimostrato più volte. Essere una guardia del corpo era un compito ardito, che spesso faceva sentire fuori dalla propria realtà. Perché completamente concentrato sulla realtà degli altri. Fabio lo viveva con minore intensità, Sebastian con più intensità, invece. E proprio per quello sapeva che il suo amico presto avrebbe avuto bisogno di lui, come lui in passato aveva avuto bisogno di un grande appoggio.
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