Romeo era un signore anziano e grasso, con le ciglia arricciate, una rauca voce tragica e una figura come un barilotto di birra. Mercuzio era quasi altrettanto tremendo. La parte era affidata al brillante, che ci aveva introdotto dei lazzi di sua invenzione ed era in rapporti amichevolissimi con la platea. L’uno e l’altro erano grotteschi quanto lo scenario, e questo sembrava uscito da un baraccone di campagna. Ma Giulietta! Harry, immagina una fanciulla appena diciassettenne, con un visino di fiore, una piccola testolina greca con delle ciocche intrecciate di capelli castani scuri, occhi che erano pozzi violacei di passione, labbra come petali di rose: la cosa più adorabile che avessi mai visto in vita mia. Mi dicesti una volta che il "pathos" ti lascia freddo, ma che la bellezza, la sol