Capitolo uno
Jared
È tre mesi che ce l’ho duro per questa umana.
Lo so, è colpa mia, giusto? Sto cercando di dirlo al mio uccello, quando lei è sopra a quel cubo con quegli shorts microscopici a ballare per i clienti del locale del mio Alfa.
Angelina. L’energica ragazza dai capelli rossi che è riuscita da sola a trasformare l’Eclipse nell’unico e solo luogo da eventi del sabato sera di Tucson.
E in questo momento uno stronzo le ha messo le mani sulle cosce.
Mi faccio strada sgomitando in mezzo alla folla, pronto a prendere a pugni chiunque. Per mia fortuna – e per grande sfortuna dello stronzo dalla mani lunghe – è il mio lavoro.
L’eccitazione sale a ondate dalla folla. La musica è martellante. Gli avventori si fanno da parte per lasciare spazio alla mia figura imponente. Mi porto addosso cento chili di solidi muscoli ricoperti di tatuaggi. Non sono tanti quelli che tentano di farmi incazzare, così come non ci provano neanche con gli altri buttafuori dell’Eclipse.
Non abbiamo neanche bisogno di tirare fuori la nostra forza da mutanti per dimostrare il nostro potere.
Garrett non apprezza che i suoi buttafuori diventino troppo aggressivi, ma trattenermi mi è impossibile quando vedo l’irritazione di Angelina per le instancabili avance del signor Manolunga.
Spingo il mio corpo tra lui e il cubo dove Angelina sta ballando e incrocio le braccia sul petto, più che altro per impedirmi di serrare i pugni attorno a quel fragile collo da umano.
“Ehi, ehi!” Alza le mani in aria con espressione offesa, come se stessi reagendo in maniera esagerata.
“Giù le mani dalle ballerine. Fallo un’altra volta e sei fuori.”
“Va beeeene. Cavolo. La stavo solo salutando.”
“Vuoi metterti a discutere con me?” lo sfido. Ovviamente sto morendo dalla voglia che dica di sì, perché fargli sparire quell’atteggiamento dalla faccia sarebbe un’enorme soddisfazione, quasi pari a quella che provo nel vedere lo sguardo riconoscente di Angelina in questo momento.
Vieni in magazzino dopo la chiusura e ti permetterò di ringraziarmi come si deve.
Magari. Non che non mi abbia lanciato dei segnali. Non che non mi sia scopato almeno cento umane in quel magazzino, dall’apertura dell’Eclipse.
Ma lei mi eccita un po’ troppo.
E le umane sono off-limits. O almeno lo erano, prima che Garrett decidesse di mettersi insieme a una di loro.
E poi è completamente fuori dalla mia cerchia.
Viso fresco, appassionata: è prima ballerina all’università. Non potrebbe essere più immacolata e innocente di così.
Mentre io sono tutto motociclette e tatuaggi.
E sono un mutante.
Decisamente non il tipo giusto per lei. E se scopassi quel corpicino sexy? La rovinerei per tutti gli altri dopo di me.
Non per fare il presuntuoso riguardo alle mie abilità, ma presto attenzione a quello che piace a una ragazza. Sono rude e dominante al massimo, ma non costringo mai, non faccio mai del male. Le persuado solo ad arrendersi e mostro loro come fa un lupo.
Trey lo chiama jaredizzare. Appena una ragazza lo assaggia, torna subito per averne ancora un po’. E poi devo mettere io fine alla cosa, ferendole. Conclusione che Angelina non si meriterebbe.
Manolunga si allontana, dimostrandosi più furbo di quanto avesse lasciato a intendere. “No amico, non discuto. Cacchio.” Scuote la testa e si gira, scomparendo nella folla.
Guardo Angelina. “Tutto ok, bellezza?”
Cazzo, mi passa le dita tra i capelli a spazzola e sorride mostrando due profonde fossette. “Grazie,” grida sopra alla musica. “Sei una bomba.”
La musica cambia e passa all’ultima hit di Lady Gaga. Angelina balla su e giù, chiaramente entusiasta della scelta del dj. “Wow!”
Resto lì a sorriderle come un idiota, perché questa ragazza mi attira come una calamita.
Vedo il luccichio di eccitazione nei suoi occhi un attimo prima che mi si lanci addosso. Si mette a cavallo di una mia spalla e agita il pugno in aria.
Santa madre di Dio. La mia mano le scatta sulla schiena per tenerla in equilibrio mentre ondeggia il bacino, ballandomi sulla spalla.
O almeno penso che balli. Il cervello mi dice che l’attività è quella, ma l’uccello è sicuro che mi stia implorando di scoparla. Soprattutto considerando che ha la fica a pochi centimetri dalla mia faccia.
Le affondo i denti nell’interno coscia.
Grida e mi stringe la testa con entrambe le mani, convincendo il mio uccello che ne vuole ancora.
Eh già, non funzionerà. Se non la rimetto subito sul cubo, finirò con la bocca a segno sul piccolo ritaglio di stoffa che si frappone fra me e quella sua dolce fica.
Mi piego per abbassare la spalla e lasciarla scivolare giù con riluttanza, rimettendola sul suo trespolo. Non riesco a resistere e le rifilo una sculacciata sul culo prima di voltarmi e allontanarmi.
Non mi giro a guardare – non posso – ma mi soddisfa sapere di aver lasciato di sicuro una bella manata sul quella carne nuda che stanotte si dimena per tutti.
E sul serio, dovrei dirle di venire più coperta la prossima settimana.
No. Non posso. A) Gli shorts che coprono solo mezzo culo sono di moda. Tutte le ragazze del college li portano. E B), le cubiste e i loro deliziosi culi sono parte della ragione per cui il locale è strapieno ogni sabato sera. Garrett non approverebbe se sapesse che apporto modifiche ai costumi. Non che ci siano licenze artistiche a regolare le performance.
È lo show di Angelina. Il frutto del suo ingegno, la sua proposta, la sua esecuzione. Ha portato il suo gruppo di ballerine e insieme fanno esplodere il locale.
Se solo non mi lasciasse con l’uccello gonfissimo a ogni esibizione…