7. Brooklyn non aveva nemmeno capito se era una proposta. Quello lì, Smith, era difficilissimo da leggere, era come un libro chiuso. La copertina non era male, comunque, e Brooklyn aveva bisogno di un attimo di tregua. Davvero non voleva dormire nella stessa stanza con Cruz, né con Fisher. Al loro contrario, Smith l’aveva ascoltata, l’aveva lasciata parlare e l’aveva aiutata a chiarirsi le idee. Certo, probabilmente era solo una posa. Probabilmente l’aveva subito catalogata come una facile e ora voleva fare anche lui un giro di giostra. Non era giusto, ma non era nemmeno così inconcepibile. Brooklyn era esausta, in deprivazione da sonno e anche un po’ sbronza. Se Smith voleva fotterla, che la fottesse. Sperava che non le facesse male. Quel pensiero un po’ la inquietò. La tranquillità co