Leon
Il modo migliore per concludere una notte è con un cazzo dentro una figa. Sento la puttana gemere, e non provo nessuna delle emozioni che i miei amici dicono di provare quando scopano, o meglio, quando fanno l'amore con le loro mogli. L'emozione di cui parlano la chiamano amore, e io non so cosa sia!
- Quel cazzo è così gustoso, Leon! - dice la puttana.
- Lo so che lo è! - Sono d'accordo con lei. So bene che le donne desiderano il mio corpo. Fin da quando ero un adolescente, ho sempre saputo come attirare l'attenzione.
- Non vuoi scoparmi? - mi chiede con voce lamentosa. Certo che la scoperei. Dopo tutto, un uomo come me sa come scopare. Non ho dovuto nemmeno toccarla per sapere che era già abbastanza eccitata da infilarsi il mio cazzo nella figa.
- Sei una piccola puttana che desidera ardentemente il mio cazzo, vero? - Le chiedo, conoscendo già la risposta.
Le tolgo il cazzo dalla bocca e la giro, allargandole le gambe e mettendole il culo in aria. Senza farla aspettare, glielo infilo fino in fondo, facendola urlare e gemere.
- Vuoi che tiri fuori il mio cazzo, vero? - La stuzzico.
- No, non voglio! - dice, gemendo e scuotendo il culo, incoraggiandomi a continuare, e io non faccio altro che entrare fino in fondo. Estraggo il cazzo e lo infilo di nuovo, e continuo subito. La puttana sapeva urlare come una cagna, e a volte le sue grida mi facevano quasi stressare.
I miei amici dicono che troverò comunque il grande amore della mia vita, e io mi limito a ridere delle loro facce, per me questa storia d'amore, come ho detto, non esiste.
- Scopami, Leon, più forte! - mi chiede, e io le do quello che vuole. Le tiro i capelli e la scopo sempre più forte, facendo tremare il letto.
Presto la sento dire che sta per venire e la lascio venire per prima, e poi le vado subito dietro. Sono un figlio di puttana, ma so anche essere generoso. Estraggo il mio cazzo da lei e vado in bagno, mi tolgo il preservativo e lo butto nella spazzatura. Prima di uscire, mi lavo le mani e mi vesto. Lei mi guarda stupita.
- Te ne vai? - mi chiede, e io la odio.
- Lo sai che non vado a letto con nessuna donna! - Le rispondo, con tono brusco.
- E io che pensavo di essere speciale per te!
- No, mia cara, nessuna donna è speciale per me! - è la mia risposta, e lei non ha bisogno di dire nulla, il suo sguardo dice tutto, i suoi occhi sono pieni di lacrime. È innamorata di me.
- Ti amo, Leon!
Avrei dovuto capire che quando la scopi una, due o più volte, lei pensa già di avermi legato.
- Ti ho già detto quando ho iniziato a scoparti che saremmo stati amici per benefici e non ci sarebbe stato amore.
- Leon, lo so! - dice con rammarico, sedendosi sul letto e facendomi guardare il suo corpo. Sapevo che era bellissimo.
- Allora sai che non dovremmo più vederci! - Le dico semplicemente. Prendo l'orologio e le chiavi della macchina e mi avvio verso la porta. Mentre me ne vado, sento che mi chiama e mi volto.
- Un giorno ti pentirai di come mi stai trattando!
- Non lo farò! - e mi volto di nuovo. Quando finalmente esco da quella stanza, sento che mi chiama di nuovo, piangendo, e le chiedo, già senza pazienza: "Cosa vuoi ancora, Laura?
- Ti giuro, Leon, che renderò la tua vita un inferno e che presto, presto sarai di nuovo mia.
- Non sono mai stato e non sarò mai tuo, Laura, addio! - dico, e me ne vado. Quando arrivo alla reception dell'albergo, lascio la tariffa della camera e quella del giorno dopo, più quello che deve mangiare, e me ne vado, per non tornare mai più.
Non appena arrivo nella hall dell'albergo, il parcheggiatore mi viene incontro. Gli do la chiave dell'auto e in poco tempo arriva. Lo ringrazio, gli do una bella mancia e me ne vado.
Mentre salgo in macchina, collego il cellulare e accendo la radio per ascoltare il telegiornale. Presto sono a casa. Abito in un condominio di lusso. Prima ancora di arrivare al cancello, questo è già aperto. Entro, mi fermo e saluto le guardie di sicurezza.
- Buonasera, signor Vitorino.
- Buonasera, Arthur. Tutto in ordine qui? - Spengo la radio e prendo il cellulare dal suo supporto.
- Grazie a Dio, è tutto tranquillo! - Tiro un sospiro di sollievo.
- Che bello! - Lo ringrazio e gli do la buonanotte. Presto sarò sulla strada di casa. Finalmente potrò dormire bene. Ho fatto troppe feste qui, a volte vorrei davvero trasferirmi in un appartamento.
Ci penso sempre e finisco per rinunciare. Con sollievo arrivo davanti al mio garage. Proprio mentre sto per entrare in casa, la porta si apre.
- Buonasera, signore! - mi saluta la signora Oliveira.
- Buonasera, Olivia. Tutto bene? - Le porgo il cappotto.
- Sì, signore! - mi guarda.
- C'è qualche problema?
- Niente, signore, vorrei sapere se ha già cenato - mi chiede, un po' imbarazzata.
- Non ancora!
- Allora ci penso io.
- Grazie, Olivia, sarò nella mia stanza.
- La chiamo tra poco, signore!
- Grazie, signore! - La ringrazio e mi dirigo verso la mia stanza. Quando arrivo, mi tolgo i vestiti e li butto nel cesto della biancheria. Vado alla doccia. La accendo ed entro. Ben presto l'acqua calda cade sul mio corpo, lavando via tutto il sudore e gli odori che sono rimasti dal sesso che ho fatto.