Quando arrivo a casa non c'è nessuno. I miei genitori sono ancora a lavoro.
Vado in cucina e cerco in frigo qualcosa per prepararmi il pranzo. Ho smesso di farmelo preparare da mia mamma da quando l'ho vista mettere la m*******a nei dolci.
Sono rimasta un disastro, ma se seguo una ricetta passo a passo posso evitare di chiamare i vigili del fuoco.
Prendo del latte, un uovo, del prosciutto cotto e delle sottilette dal frigo, mentre dal mobile prendo della farina. Ho voglia di crepes salate.
In una ciotola sbatto l'uovo, poi aggiungo il latte e mescolo con una forchetta. Una volta che si sono amalgamati aggiungo la farina setacciata e continuo a mescolare finché i grumi non si eliminano.
Prendo una padella e faccio sciogliere un po' di burro, poi metto l'impasto e inizio a cuocere le crepes. Una volta pronte ci metto sopra le sottilette e il prosciutto, le piego fino a formare un triangolo e le faccio andare ancora in padella per far sciogliere le sottilette.
Anni passati a prepararmi i pranzi da sola e riesco ancora a far esplodere la cucina.
Mentre mi siedo al tavolo per iniziare a mangiare, sento il telefono suonare e vedo che mi è arrivato un messaggio.
ᴀɴᴅʀᴇᴡ: sᴀɪ ɴɪᴇɴᴛᴇ ᴅᴇʟʟᴀ ᴄᴇɴᴀ ᴅɪ sᴛᴀsᴇʀᴀ?
ɪᴠʏ: ᴘᴇʀᴄʜé, ᴄ'è ᴜɴᴀ ᴄᴇɴᴀ?
ᴀɴᴅʀᴇᴡ: ɢɪà, ᴄᴏɴ ʟᴇ ɴᴏsᴛʀᴇ ғᴀᴍɪɢʟɪᴇ.
ɪᴠʏ: ᴀʜ.
ɪᴠʏ: ᴄᴏᴍᴜɴǫᴜᴇ ɴᴏ, ɴᴏɴ ɴᴇ sᴀᴘᴇᴠᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ. ɴᴏɴ ᴠᴇᴅᴏ ɪ ᴍɪᴇɪ ɢᴇɴɪᴛᴏʀɪ ᴅᴀ sᴛᴀᴍᴀᴛᴛɪɴᴀ.
ᴀɴᴅʀᴇᴡ: sᴇɪ sɪᴄᴜʀᴀ ᴅɪ ɴᴏɴ ᴄᴇɴᴛʀᴀʀᴇ ɴɪᴇɴᴛᴇ ᴄᴏɴ ǫᴜᴇsᴛᴏ?
ɪᴠʏ: ᴍᴀ sɪ ᴘᴜò sᴀᴘᴇʀᴇ ᴄʜᴇ ᴛɪ ᴘʀᴇɴᴅᴇ? è ᴜɴᴀ ᴄᴇɴᴀ, ᴇ ᴘʀɪᴍᴀ ᴅᴇʟ ᴛᴜᴏ ᴍᴇssᴀɢɢɪᴏɴᴏɴ ɴᴇ sᴀᴘᴇᴠᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ.
Vedo che visualizza il messaggio ma non mi risponde.
Bah. Chi ha capito qualcosa è un genio.
Finisco il mio pranzo e lavo i piatti, poi vedo in camera e accendo il computer. Apro Netflix e cerco un film dove si deve scappare dalle stanze. Scelgo Escape Room, del 2019.
Sei ragazzi vengono invitati a partecipare a una escape room dove ci sono in palio 10000 dollari. Mentre erano nella sala d'aspetto, si erano resi conto di essere stati chiusi dentro e che il gioco era iniziato.
La parte più divertente - in realtà macabra - è quando i giocatori si erano resi conto che il gioco sarebbe finito solo quando rimaneva uno solo di loro.
Questo genere mi è sempre piaciuto, soprattutto vedere le teorie che riescono a creare le menti umane in un ambiente ostile. Un po' come The maze runner - il labirinto. Non sai mai cosa sei disposto a fare fino a quando non ti ritrovi a dover lottare per sopravvivere.
Oddio, sto parlando proprio come una psicologa.
Poco dopo la fine del film sento la porta di casa aprirsi e dei passi sulle scale. Mio padre spalanca la porta della camera e mi guarda. «Preparati. Stasera usciamo a cena con i nostri vicini.»
Lo guardo, scettica. «E me lo dici già ora che sono appena le cinque?»
Alza un sopracciglio. «Tesoro, solo quando ti devi fare la doccia stai in bagno almeno un'ora perché dopo esserti lavata ti siedi sul tappeto a vedere video stupidi sul telefono.»
«Okay, okay. Ho afferrato il concetto. Vado a prepararmi.»
*****
«Tesoro, ogni volta che ti vedo mi sembri più bella.» Malory mi abbraccia.
Arrossisco e le faccio un timido sorriso, ringraziandola.
Non mi imbarazzo quando faccio figuracce o doppi sensi, ma mi imbarazzo ad un complimento.
Vai Ivy, tu sì che sei normale.
Saluto anche Tom e poi vado da Andrew. «Ciao anche a te, prof.»
Mi fa un cenno con la testa e poi dice la frase più temuta dal genere umano. «Dobbiamo parlare.»
Sbatto le palpebre, confusa, sorpresa, colpita... Insomma non capisco nemmeno io come mi sento.
«Ehm... oka-» Vengo interrotta dai nostri genitori, che ci dicono che il nostro tavolo è pronto.
Il ristorante è sulla spiaggia; non vedo l'ora di ordinare pesce.
Io ed Andrew ci sediamo uno di fronte all'altro.
Ci fissiamo per un po' in silenzio, poi tento di iniziare una conversazione. «Allora... E così sei un insegnante di psicologia.»
«Cosí sembra.»
«E... Da quanto insegni?»
«Quattro anni.»
Lo guardo confusa. «Scusa, ma quanti anni hai?»
Lui mi fissa per un po' prima di rispondermi. «Ne ho trenta.»
Lo fisso sorpresa. Sbatto un po' di volte le palpebre, assimilando quello che ha detto. «Davvero? Te ne davo al massimo venticinque.»
Fa un piccolo sorriso, il primo della serata. «Ho un aspetto molto giovanile.»
Scoppio a ridere. «Sarà utile in futuro.»
Arrivano i piatti e ceniamo. I nostri genitori non smettono nemmeno un secondo di parlare, mentre io e Drew continuiamo nell'assoluto silenzio.
Appena finiamo il caro professore non perde tempo e mi afferra per un polso e mi fa alzare dalla sedia. Si rivolge ai nostri genitori. «Noi andiamo a farci una passeggiata. Ci vediamo dopo. Ciao.» Mi trascina via prima di dire anche solo qualcosa.
Una volta usciti iniziamo a camminare sul lungomare.
Temporeggio un po', poi gli faccio una domanda, sperando in una risposta più articolata di quelle che mi ha dato durante tutta la sera. «Di cosa... Di cosa volevi parlarmi?»
Sospira. «Senti, sei una ragazza simpatica, ma sono il tuo professore e... penso che dobbiamo smettere le uscite con gli altri, i messaggi e...» prende una pausa e si passa una mano tra i capelli. «Insomma, dobbiamo rompere la nostra amicizia. Mantenere le distanze.»
Mi fermo di colpo. «Cosa? Insomma, siamo solo amici, non è che abbiamo una relazione, quindi non vedo quale sia il problema.»
Mi guarda dispiaciuto. «Lo so. Ma potrei comunque fare favoritismi e trattarti in modo diverso dagli altri. E ci tengo ad essere professionale e a fare un buon lavoro.»
Un po' mi dispiace, insomma, è simpatico e un buon amico.
Siamo pure stati arrestati insieme!
Vedendo che non dico niente riprende a parlare. «Mi dispiace sul serio, perché sei una ragazza divertente. E le uscite con te, Jackson e gli altri sono state memorabili, ma-»
Lo interrompo. «Ti prego fermati. Sembra che mi stai lasciando con la scusa del "non sei tu, sono io".» Gli sorrido. «È tutto okay, tranquillo. Lo capisco.»
«Davvero?»
«Già. Anche se sarà difficile mantenere le distanze.»
Mi guarda confuso. «In che senso, scusa?»
«Beh, per prima cosa ci vedremo spesso a scuola. Poi siamo vicini. I nostri genitori sono praticamente inseparabili. Il giovedì c'è yoga. Il mio migliore amico si sta frequentando con uno dei tuoi migliori amici. E poi... No, per ora non mi viene in mente altro.»
«Okay okay, ho capito!» Sorride per un momento, prima di tornare serio. «Però possiamo, come dire, provare a limitare i danni.»
Annuisco.
Limitare i danni.
Bah.
Lo ammetto, un po' ci sono rimasta male. Ma penso che al suo posto avrei fatto la stessa cosa. Insomma, se dovessero beccare un insegnante in giro con due suoi alunni, Andrew rischierebbe il lavoro.
Quindi è okay.