Capitolo VI Un seguito delle memorie del dottor John Watson La furiosa resistenza opposta dal nostro prigioniero non stava evidentemente ad indicare un particolare odio nei nostri confronti poiché, trovandosi impotente, sorrise in modo affabile esprimendo la speranza di non aver fatto male a nessuno di noi durante la colluttazione. «Immagino che mi porterete alla stazione di polizia», comunicò a Sherlock Holmes. «La mia carrozza è giù alla porta. Se mi slegate i piedi scenderò da solo. Non sono più leggero come una volta.» Gregson e Lestrade si scambiarono un'occhiata, ritenendola forse una proposta piuttosto ardita; ma Holmes prese subito in parola il prigioniero e allentò l'asciugamano che gli avevamo legato intorno alle caviglie. L'uomo si alzò, flettendo le gambe quasi ad assicura