Il luogo, cosparso da mucchi di sporcizia e arbusti gracili, aveva un aspetto di cattivo augurio che s’intonava perfettamente con la cupa tragedia che vi si era svolta. Giunto al muro di cinta Toby vi corse tutt’attorno, guaendo freneticamente finché si fermò in un angolo coperto da un giovane faggio. Nel punto in cui i due muri si congiungevano erano stati rimossi parecchi mattoni, e le fessure rimaste erano tutte consumate e arrotondate nella parte inferiore, come se fossero state spesso usate come scalini. Holmes si arrampicò e prese in braccio il cane che io gli avevo teso, lasciandolo cadere dall’altra parte. «Ecco qui un’impronta lasciata dalla mano di “Gamba di legno”» osservò, mentre io mi issai accanto a lui. «Vede quella macchiolina di sangue sul cemento bianco? Che fortuna che